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Emergenza Ucraina

Aggiornamenti riguardo le accoglienze

e prospettive future

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A tre mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina la situazione degli arrivi delle famiglie profughe nel territorio mantovano si sta gradualmente normalizzando. I dati divulgati dalla Prefettura indicano una presenza nella nostra provincia di 1.800 cittadini ucraini in fuga dalla guerra e che hanno fatto richiesta di un permesso di soggiorno di protezione. Siamo consapevoli che il contesto potrebbe cambiare in modo repentino, ma è evidente che oggi il flusso si è decisamente rallentato; infatti nelle prime settimane dell’emergenza il numero degli arrivi era di circa 80 persone al giorno, mentre oggi registriamo solo alcuni arrivi nella città capoluogo.

La Chiesa mantovana, attraverso la Caritas diocesana, le parrocchie e la rete dei Centri di Ascolto, ha sostenuto un progetto di accoglienza per le famiglie ucraine che non erano autonome nella ricerca di un’abitazione. Oggi le persone ospitate sono 203, per un totale di 49 famiglie: 5 sono accolte in convivenza con famiglie mantovane che hanno messo a disposizione parte della propria abitazione, mentre 44 in appartamenti autonomi. In questo ampio e diffuso progetto di accoglienza sono coinvolti il seminario diocesano, 35 privati cittadini e 12 comunità parrocchiali: Cerlongo, Malcantone, Soave, Barbassolo, Cadè, Bancole, Marcaria, Campitello, San Siro, Sailetto, Cereta e Guidizzolo


Sperimentarsi nell’ambito dell’accoglienza significa mettere in comunione tradizioni, culture, aspettative, speranze e quotidianità completamente diverse, e quindi esporsi al rischio che qualche cosa possa non andare come preventivato. Per questo motivo la principale attenzione della Caritas diocesana è quella di offrire un sostegno concreto alle persone coinvolte in questo progetto, affinché non siano sole ad affrontare le eventuali difficoltà che possono nascere. In questo senso, hanno contributo in modo decisivo il quotidiano affiancamento dei Centri di Ascolto ai nuclei ospitati e la presenza del gruppo dei volontari, costituito da 18 persone, che si è reso disponibile per curare i rapporti con le famiglie ospitanti. 


Un altro elemento importante è l’aiuto economico. Oggi non stiamo pagando nessun canone di affitto perché tutti gli ambienti sono stati messi a disposizione a titolo gratuito. Stiamo però sostenendo le famiglie e le parrocchie ospitanti con il pagamento delle spese legate all’accoglienza, in particolar modo delle utenze. Inoltre, in attesa del contributo del Governo attraverso la Protezione Civile, stiamo consegnando degli aiuti in denaro ai nuclei in condizione di fragilità economica. 
Gli interventi della Chiesa mantovana in favore delle famiglie ucraine si sono ampliati anche grazie all’attività ordinaria della rete dei Centri di Ascolto diocesani, che in questo momento sta aiutando circa 450 persone grazie a servizi di ascolto e orientamento, distribuzione di alimenti o indumenti. Alcune sono famiglie arrivate nel mantovano recentemente per scappare dalla guerra, altre invece sono da tempo residenti e chiedono un aiuto per la prima volta perché in difficoltà a sostenere i costi dell’accoglienza nella propria abitazione di parenti o amici, a loro volta profughi.     
Rileviamo la preoccupazione legata alla tenuta nel tempo proprio di questa tipologia di accoglienze informali, che è la più diffusa e che fino ad oggi è stata quella meno supportata sia nell’ambito economico che in quello della cura delle relazioni. La speranza è che il contributo che riceveranno le famiglie profughe nei prossimi mesi dalla Protezione Civile possa alleviare almeno una parte delle “fatiche” dell’accoglienza. Corriamo il rischio che permangano quelle direttamente connesse alla difficoltà di convivenza in ambienti piccoli e talvolta sovraffollati. Questa fragilità del sistema dell’accoglienza è rilevata anche dai Centri di ascolto, che hanno iniziato ad incontrare le prime famiglie ucraine che chiedono un aiuto per reperire una nuova soluzione abitativa


La nostra comunità ecclesiale e civile mantovana ha da sempre mostrato una grande sensibilità al tema dell’ospitalità, che oggi è rivolta in modo particolare alla grave situazione che sta vivendo il popolo ucraino. Questo è indubbiamente un segno importante di solidarietà che va raccontato, sostenuto e alimentato. 
Non possiamo però dimenticare le emergenze umanitarie che stanno vivendo cittadini di altri Paesi. Nella sola città di Mantova 27 persone profughe provenienti da zone in guerra del Pakistan e dell’India stanno dormendo all’aperto; si aggiungono i problemi di quelle famiglie che vivono una condizione di fragilità abitativa a causa di sfratti o difficoltà nel reperire un alloggio. 


Per cercare di curare, dare nuovi strumenti e allargare lo sguardo alla disponibilità raccolta per il popolo ucraino, Caritas diocesana ha organizzato un percorso formativo in tre tappe, due online e una in presenza, che alternerà interventi della psicologa Laura Semper a momenti laboratoriali e racconti di esperienze. Tutte le informazioni sono reperibili sul sito della diocesi.

Diocesi di Mantova
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