Vivere la domenica
15ª domenica del Tempo ordinario
Il brano del Vangelo inizia con una domanda che ognuno di noi dovrebbe porsi: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Mi capita di animare momenti di preghiera con i familiari di defunti e la domanda che spesso viene posta è: «Che senso ha vivere, lavorare e impegnarsi se poi la vita finisce?».
Gesù ci propone un’esplosione d’amore aiutandoci a scavare nella Scrittura per trovare le giuste risposte. Alla domanda fatta da Gesù, il dottore della Legge cita il Deuteronomio (6,4-5), per esprimere l’amore verso Dio, e il Levitico (19,18), per esprimere l’amore verso il prossimo. Ma a quella domanda iniziale non c’è ancora una risposta definitiva perché amare il prossimo che cosa vuol dire?
La parabola del buon samaritano ci spiazza innanzitutto perché mette a confronto i comportamenti di tre personaggi, due dei quali sono uomini di chiesa, mentre il terzo, il samaritano, è l’esatto contrario. I samaritani erano considerati gente impura, scismatica, eretica ed erano i più detestati dai giudei. Il samaritano vede una persona che soffre e si ferma senza sapere nulla. Lo tocca, fa un primo soccorso sulle sue ferite, mette a disposizione il suo tempo e il suo mezzo di trasporto per portarlo in un luogo sicuro dove può essere curato. La parabola ci racconta di un uomo ferito da dei briganti, ma quante volte incontriamo persone che portano sulla propria pelle ferite umane, morali, spirituali, psicologiche? Si fa il bene perché è bene farlo, senza cercare o pensare a riconoscimenti.
Cristo è sempre pronto ad aiutare, a guarire, a consolare. Il rabbino che conosce le Sacre Scritture risponde bene a Gesù, ma attraverso la domanda che pone, «Chi è il mio prossimo?», cerca di farsi dire a quali persone il credente è chiamato a dare il proprio servizio. Spesso cerchiamo un alibi per toglierci dall’impiccio di essere coinvolti. Gesù ci costringe a riflettere sul primato della carità, capovolgendo le situazioni e ponendoci dalla parte dei bisognosi, perché l’amore per il “prossimo” non può avere confini o eccezioni.
Le letture della 15ª Domenica del Tempo ordinario: Dt 30,10-14; Sal 18; Col 1,15-20; Lc 10,25-37.