La Comunità bahá’í mantovana è grata al vescovo Marco per la ricca tematica svolta nell’annuale Discorso alla città e ne desidera porre in rilievo alcuni punti.
È nota l’importanza che mons. Busca, sulla scia di papa Francesco, attribuisce al cruciale tema della fraternità interreligiosa e al discorso ecumenico con tutte le tradizioni spirituali del mondo. E qui ci soccorre uno dei dettami che stanno alla base della Fede bahá’í:
“Associatevi con i seguaci di tutte le religioni in spirito d’amicizia e fratellanza”, che, lungi dallo stemperarsi in un vago e indistinto sincretismo, testimonia con vigore il riconoscimento dell’unità di Dio e della conseguente genuina fratellanza di tutti gli esseri umani.
E significa altresì riconoscere umilmente l’autorità di cui Dio ha investito, nel corso dei millenni, ognuna delle grandi religioni del mondo.
È nota l’importanza che mons. Busca, sulla scia di papa Francesco, attribuisce al cruciale tema della fraternità interreligiosa e al discorso ecumenico con tutte le tradizioni spirituali del mondo. E qui ci soccorre uno dei dettami che stanno alla base della Fede bahá’í: “Associatevi con i seguaci di tutte le religioni in spirito d’amicizia e fratellanza”, che, lungi dallo stemperarsi in un vago e indistinto sincretismo, testimonia con vigore il riconoscimento dell’unità di Dio e della conseguente genuina fratellanza di tutti gli esseri umani. E significa altresì riconoscere umilmente l’autorità di cui Dio ha investito, nel corso dei millenni, ognuna delle grandi religioni del mondo.
O per citare il benedettino Steindl-Rast, abbandonando la tentazione del fondamentalismo: “terremo la nostra credenza religiosa fermamente, ma con mano leggera”, cioè senza attaccamento, senza dogmatismo o arroganza.
L’altro aspetto cruciale del Discorso alla città del vescovo Marco si trova nella felice espressione da lui coniata di artigianato della fraternità: “Non possiamo rassegnarci alla cultura dei muri legata a pregiudizi di razza, provenienza geografica o fede religiosa”.
Messaggio universale la cui eco troviamo negli Scritti bahá’í: “Non siate soddisfatti finché chiunque abbia rapporti con voi non diventi come un membro della vostra famiglia. Considerateli come un padre, un fratello. Una sorella, una madre o un figlio. Se ci riuscirete le vostre difficoltà svaniranno e saprete come comportarvi”.
Per quanto attiene all’artigianato della fraternità, la comunità bahá’í, considerando una delle più alte virtù umane il servizio agli altri, mossa dal principio dell’unità del genere umano e della promozione degli interessi dei popoli del mondo, è creatrice di progetti sia a livello internazionale che locale, indipendentemente dallo status sociale, dall’appartenenza geografica, dalla religione, dal sesso e dall’età, con la promozione di una serie di incontri, definiti circoli di studio, che incoraggiano le seguenti mete: attingere alle forze spirituali che possono scaturire dalla preghiera e dalla meditazione; relazionarsi con persone di diversa provenienza culturale e sociale in spirito di amicizia e fratellanza; trovare modi adeguati per applicare nella vita quotidiana individuale principi profondi e socialmente utili.
Attenzione prioritaria è rivolta all’educazione delle giovani generazioni, con attività mirate da una parte ad aiutare i bambini e i giovani a sviluppare le loro capacità intellettuali e le loro qualità spirituali, dall’altra a generare nelle famiglie dinamiche che ne favoriscano l’unità, facilitando così il conseguimento del loro benessere materiale e spirituale.
Tutto ispirato dalle parole di Bahá’u’lláh, il Fondatore della Fede bahá’í: “Interessatevi premurosamente delle necessità dell’epoca in cui vivete e accentrate le vostre deliberazioni sulle sue esigenze e necessità”.