Cantiere catechesi
Abbiamo incontrato alcuni educatori alla fede della parrocchia Santa Maria Maddalena di Volta Mantovana, che hanno aderito a parte delle indicazioni del nuovo progetto catechistico recentemente presentato in diocesi, e lo hanno messo in pratica insieme ad alcuni gruppi di ragazzi.
Perché avete aderito all’invito di sperimentare il nuovo progetto catechistico?
Fin dal momento in cui abbiamo sentito che era aperto il cantiere per questo nuovo progetto abbiamo provato a cogliere tutte le occasioni per intuire verso quali obiettivi avrebbe puntato, e quali strade percorribili avrebbe proposto. A noi è sembrato importante cominciare a proporre il catechismo in famiglia, guidato da un genitore o dalla coppia di genitori ospitante. Durante la fase immediatamente successiva alla prima ondata pandemica, quando la ripresa per piccoli gruppi è stata consentita, si sono accesi vari nuclei di catechesi in famiglia che, a detta dei genitori e dei ragazzi, hanno reso l’incontro di catechismo più appetibile, piacevole, meno formale. In verità, questo sforzo è messo in atto anche da parte dei catechisti che continuano a tenere gli incontri in oratorio, nei classici ambienti del catechismo, ma evidentemente il ritrovarsi in piccoli gruppi di amici o di vicini in un ambiente informale ha restituito immediatamente un’idea di freschezza.
Quali sono gli elementi più significativi che state osservando?
C’è un maggiore entusiasmo da parte dei ragazzi, specialmente della primaria, che vivono l’incontro con la necessaria leggerezza, senza perdere la profondità dei contenuti. Le famiglie si accordano e con grande elasticità spostano il giorno, saltano la settimana, allungano gli incontri, venendo così incontro alle esigenze della famiglia ospitante e delle famiglie coinvolte: è interessante sentire il rammarico dei ragazzi quando l’incontro viene rinviato per cause di forza maggiore. All’interno del piccolo gruppo in famiglia si generano dinamiche serene e il calore della relazione è più sentito; i ragazzi si aprono abbassando velocemente quelle barriere che solitamente si hanno nei gruppi più corposi e strutturati.
Quali sono invece le principali fatiche?
Mantenere un buon livello di attenzione e partecipazione attiva, come per il catechismo tradizionale, rimane lo scoglio più grande da superare. Al momento dell’incontro con i bambini, la maggior parte di loro ha già sulle spalle 8 ore di scuola, e questo rende arduo il compito. Riuscire a programmare in misura strutturata e coinvolgente l’attività è motivo di grande impegno e si rende indispensabile il confronto costante con gli altri catechisti.
In questo progetto la famiglia ha un ruolo determinante...
I genitori cristiani sono già per i propri figli i primi naturali educatori alla fede, i primi “catechisti”. Nella scelta di “fare” ed essere famiglia – Chiesa domestica – è insita quella vocazione all’Amore che, nel trascorrere quotidiano delle proprie giornate, diviene missione. Agli occhi dei bambini, vedere una coppia di sposi offrire l’esperienza catechistica è probabilmente già di per sé un messaggio cristiano forte e bello. Il mostrarsi insieme – marito e moglie – in qualche modo trasporta la posizione del catechista (nell’immaginario collettivo infantile e non) dal fare all’essere. Dunque viene meno la percezione del catechismo quale esperienza educativa “parascolastica”, per assumere una dimensione più intima.
Quali sono, secondo voi, le paure più grandi da vincere da parte di chi fatica a entrare in questa nuova modalità?
Forse oggi l’idea di mettersi a disposizione come famiglia acquisisce scarso riscontro perché ci si trova a fare i conti con la mancanza di tempo e con una quotidianità sempre più densa e frenetica; inoltre può entrare in gioco anche il timore di non sentirsi all’altezza del servizio.
E i vostri bambini come lo stanno vivendo?
Abbiamo un gruppetto composto da 8 bambini, omogeneo per età; molti fanno parte della stessa squadra di calcio o frequentano la stessa classe e questo sicuramente aiuta a favorire la coesione tra loro. Molto spesso al termine degli incontri leggiamo espressioni di serenità, leggerezza e spensieratezza negli occhi dei nostri bambini. È bello pensare che il catechismo possa essere anche questo: una parentesi positiva in giornate che il nostro tempo vede riempite sempre più di appuntamenti, impegni, obblighi. E questo fa bene anche a noi catechisti: pensare di offrire tempo di qualità ai nostri bambini e di “vacanza”, anziché risultare ingranaggio della routine settimanale ripaga le fatiche e gli impegni spesi.