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Tecnologia

Chiesa e Metaverso

Sarà questo il futuro, anche della fede?


I “preistorici” (così siamo visti noi immigrati digitali dai millenials) per assistere alla Messa dovevano andare in una chiesa e rimanervi, anche fisicamente. In seguito abbiamo avuto l’opportunità di seguire la celebrazione via radio, e più tardi via televisione. Il Covid ci ha fatto sperimentare che possiamo assistervi comodamente via streaming. Il prossimo passo è il Metaverso.


Il futuro è il Metaverso?

Anche in Italia ormai ne parlano tutti. A volte più per moda che per cognizione. Non è questo il luogo per tentare una spiegazione esaustiva. Tuttavia sembra assodata la convinzione che dietro questa nuova tecnologia vi sia qualcosa di realmente rivoluzionario. Anche di Internet i conservatori del tempo dicevano che sarebbe stato un fallimento. La storia è andata diversamente. Dietro questa nuova tecnologia migliaia di aziende stanno investendo tanti soldi. Veri. 

Team di giovani scienziati ne studiano le possibilità e gli sviluppi, ne immaginano l’impatto sulla vita “reale” della gente. Gli entusiasti di questa tecnologia dicono che con essa potremo studiare meglio, incontrarci, fare acquisti, viaggiare, fare sport, sentire sulla nostra pelle emozioni vere, sensazioni, come se fossimo nella realtà. 

Ma a tutto questo penso potremo aggiungere anche gruppi di preghiera sul Metaverso, fare Oratorio, confessarci, seguire incontri di catechesi, possibilità di ascolto delle persone, celebrazione della Messa… e chissà quanto altro ancora. Alcuni sostengono che potremo essere così vicini a Gesù di Nazareth, che cammina con i suoi discepoli per le strade della Palestina, che ci sembrerà di essere realmente con lui. Potremo dialogare direttamente anche con il Papa, se deciderà di avere il suo avatar sul Metaverso. 

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Non ci sarà più bisogno di muoversi fisicamente da casa, se non per quei bisogni fisiologici quotidiani dei quali per ora non possiamo fare a meno. Sarà un mondo assolutamente potenziato. Lì il nostro corpo sarà soltanto il punto di partenza per un universo, anzi Metaverso, nel quale sceglieremo la nostra identità digitale, grazie alla quale potremo essere chi vogliamo e come vogliamo. Perché in ogni Metaverso potremo giocare il ruolo che più ci piace, finalmente liberi dai condizionamenti del corpo, del genere, dell’età…

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Ma sarà questa la meta a cui l’umanità voleva arrivare? Sarà questa la libertà tanto sognata? 

Saremo liberati dalla solitudine, mai così diffusa come oggi da cent’anni a questa parte? 

Le domande giuste

La Chiesa non è mai fuggita da nessuna scoperta tecnologica, ma ha sempre avuto il coraggio di porsi delle domande, ben consapevole che nessun media è neutro, e una medaglia ha sempre almeno due facce. Nei prossimi anni, anche nella nostra Chiesa mantovana, ci saranno avanguardisti e retrogradi sull’utilizzo “pastorale” del Metaverso. Nulla di nuovo sotto il sole.


Il mio professore di teologia morale diceva che l’importante non è farsi delle domande, ma le domande giuste. Che bello sarebbe se teologi, informatici, pedagogisti, giovani e vecchi potessero mettersi a discutere attorno a tutto questo. 

Anche su Metaverso, se necessario. 
Con le domande giuste. 

Diocesi di Mantova
Diocesi di Mantova