Servizio tutela minori
«Stare accanto ai bambini e ai ragazzi, rimanere nel contesto di oggi con lo scopo di incoraggiarli a realizzare i loro progetti di vita»: è l’invito agli adulti contenuto in un documento recente diffuso dal Servizio tutela minori della Lombardia. Il testo, dal titolo In rete con i ragazzi: attività pastorale digitale e tutela dei minori, è promosso anche da FeLCeAF (Federazione dei Consultori di ispirazione cristiana), Formazione permanente del Clero della Diocesi di Milano e Cremit (Centro di Ricerca sull'Educazione ai Media Innovazione e Tecnologia).
L’utilizzo sempre più frequente tra i giovani dei social network impone una profonda riflessione a livello pastorale. Il testo indica tre principi chiave per sviluppare relazioni educative sane. Il primo riguarda la logica del potere e i rapporti di ruolo: «La dimensione del potere/responsabilità è costitutiva di una relazione educativa che è sempre un rapporto di “pari dignità” – si legge – senza mai però essere “alla pari”. La capacità di confrontarsi con altri circa il proprio operato sarà attitudine necessaria per ogni persona impegnata in un servizio educativo».
Inoltre, ogni legame educativo prevede confini tra le persone coinvolte, che vanno sempre rispettati: «Non è mai lecito “invadere” lo spazio intimo dell’altro – si afferma nel documento – attraverso atteggiamenti che ne violano il corpo, utilizzare i social come strumenti intrusivi, scegliere luoghi per attività educative che non lascino adeguati spazi di movimento o che sono adibite ad abitazioni private». Altro elemento fondamentale da considerare riguarda l’intimità: «La relazione educativa si inscrive in un ambito di relativa riservatezza che però non deve mai precludere la trasparenza. Ciò significa che l’intervento educativo e sacramentale deve presupporre un progetto, essere concordato, condiviso e visibile».
Il documento sottolinea anche il ruolo della comunità nel processo educativo: «Per articolare la grammatica della relazione educativa e qualsiasi cammino di prevenzione è necessario coinvolgere una comunità e tutte le sue componenti. Per le diverse figure educative sono necessarie la disponibilità, la capacità di lavorare in équipe e il supporto di un’esperta supervisione».
Infine, il testo elenca una serie di pratiche corrette e comportamenti da evitare. Le iniziative virtuali con i minori, per esempio, devono essere circoscritte alle attività parrocchiali e i genitori devono esserne sempre a conoscenza. Tra i divieti, invece, c’è quello di diffondere contenuti non concordati, pubblicare o diffondere materiale video che ritragga minori, proporre attività in orario inopportuno, comunicare in chat con uno o più minori in modo inappropriato.
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