Fede e cultura
È di pochi giorni fa la notizia che la basilica di Sant’Andrea ha ricevuto un contributo di 1,6 milioni di euro da parte del ministero della Cultura finalizzati alla tutela e conservazione della fabbrica albertiana. Ne parliamo con don Stefano Savoia, direttore dell’ufficio Beni culturali, edilizia di culto e arte sacra della diocesi.
Nel 2022 ricorrono i 550 anni dalla morte di Leon Battista Alberti, il cui capolavoro è indubbiamente la basilica di Sant’Andrea. Cosa significherà per la Diocesi?
Gli anniversari si ricordano e si celebrano solo se ci riguardano e dicono qualcosa di noi. Da essi possiamo recuperare le radici della nostra identità, trovare forza per decodificare il nostro tempo e intuizioni per gettare le basi del futuro. Leon Battista Alberti è stato a Mantova e ha elaborato un progetto complessivo per trasformare una piccola città tra paludi e nebbia in una capitale culturale; il grande architetto umanista muore nell’aprile del 1472 e due mesi dopo inizia il cantiere di Sant’Andrea: come un’eredità, una consegna, questo progetto verrà portato avanti da altri, in parte modificato, aggiornato e solo all’inizio dell’Ottocento completato. Nel secondo semestre di quest’anno si realizzeranno una serie di iniziative che vedranno la collaborazione della Diocesi, del Comune di Mantova e delle principali istituzioni culturali della città. Stiamo approntando un calendario di eventi che presto comunicheremo e si protrarranno fino al maggio del 2023.
La basilica albertiana è stata oggetto di numerosi lavori di restauro negli ultimi anni...
Una fabbrica vasta e complessa come Sant’Andrea ha bisogno di continui interventi di manutenzione e restauro; negli ultimi anni dell’episcopato di monsignor Busti si sono susseguiti importanti cantieri per il restauro interno degli intonaci decorati, il consolidamento delle strutture dei transetti, dei due pronai e della cupola. La convergenza di contributi pubblici (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Fondi 8x1000 a gestione statale, Ministero per i Beni Culturali attraverso il Segretariato Regionale per i Beni Culturali e le Soprintendenze che si sono succedute, Regione Lombardia) e privati (Fondazioni bancarie e culturali) ha consentito di recuperare risorse che né la Parrocchia, né la Diocesi avrebbero potuto investire, per garantire la continua e necessaria programmazione degli interventi di tutela/conservazione.
Il Ministero della Cultura ha riconosciuto un ulteriore importante contributo per la basilica. Come sarà impiegato?
Il contributo è importante sia perché consentirà di proseguire gli interventi di restauro, manutenzione straordinaria, messa in sicurezza e conservazione della basilica e del campanile, sia perché permetterà di rendere fruibili spazi attualmente non visitabili. L’inserimento nel piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” del Ministero della Cultura è un grande riconoscimento per la città, oltre che per l’architettura della basilica e il lavoro di tutti gli uffici diocesani.
Sant’Andrea è anche luogo di continui pellegrinaggi alla celebre reliquia dei Sacri Vasi custodita nella cripta. Come avviene la visita in questo tempo di pandemia?
La pandemia ha ridotto notevolmente l’afflusso di visitatori; giungono molti turisti, soprattutto a piccoli gruppi, famiglie, coppie, richiamati dalla fama della basilica, e quando entrano scoprono il motivo per cui esiste: custodire il Preziosissimo Sangue di Cristo. Ampliare e diffondere il turismo religioso è uno degli obiettivi che possono essere perseguiti per il rilancio della città.
Mantova ospita un distaccamento del Politecnico di Milano. Esistono delle sinergie tra la Diocesi e l’Ateneo?
La presenza di un’istituzione accademica così importante è una ricchezza e una risorsa, con cui la Diocesi collabora sia a livello istituzionale - con progetti di monitoraggio, manutenzione programmata, laboratori di progettazione - sia a livello personale, attraverso il contributo di pensiero di molti docenti. È in essere un protocollo d’intesa per la ricerca e la continua collaborazione, che è stato di grande aiuto nella fase emergenziale del sisma del 2012 per predisporre la progettazione di ricostruzione delle chiese, e oggi è più che mai di supporto per la conservazione dell’importante patrimonio culturale diocesano.