Economato
Amministratori fidati e prudenti. È con questo monito evangelico che la Diocesi di Mantova ha invitato, nella mattinata di sabato 20 novembre, tutti gli amministratori parrocchiali per fare il punto sulla situazione economica della Chiesa mantovana e per ragionare insieme di prospettive future.
In questa occasione è stato presentato il primo rendiconto economico diocesano che riporta, per il triennio 2018-2020, costi e ricavi dell’ente Diocesi, delle parrocchie, dei Santuari diocesani e del Seminario.
Si tratta di uno sforzo di trasparenza e comunicazione che la nostra Chiesa fa per la prima volta. Un documento certamente perfettibile che si intende, in futuro, integrare anche con altri valori che permettano una visione “tridimensionale” della situazione, come, ad esempio, i numeri delle persone coinvolte, dei servizi pastorali e caritativi offerti, o la quantificazione del patrimonio (particolarmente complessa vista la natura peculiare del patrimonio immobiliare ecclesiastico). Si è preferito, però, non rimandare alla redazione di un report esaustivo, ma di consegnare già ora i numeri disponibili, come segno di un processo che si avvia. Un processo che vuole coincidere con l’avvio del processo sinodale della Chiesa universale e italiana e, soprattutto, con l’avvio del percorso sinodale diocesano, accompagnato dalla visita pastorale del vescovo Marco. L’economia e la pastorale, infatti, camminano insieme. Lo dice bene monsignor Busca nell’introduzione al rendiconto, affermando che “non esistono scelte pastorali che risultino neutrali dal punto di vista economico e, simmetricamente, non vi sono scelte economiche che non portino con sé un risvolto ecclesiale e pastorale”.
Che dati emergono dalla presentazione di questo primo rendiconto?
Intanto spicca il dato, certo non inatteso, del fortissimo calo delle offerte raccolte dalle parrocchie nel 2020. In alcuni casi l’evento del Covid è stata occasione di qualche importante donazione, ma più in generale la situazione è stata molto pesante. I rendiconti aggregati delle parrocchie rilevano che nel 2020 le entrate ordinarie sono state di oltre 2.600.000 euro inferiori all’anno precedente. Effetto della chiusura delle chiese e di una evidente diminuzione dei partecipanti alle liturgie domenicali. Certo, la diminuzione delle offerte nel 2020 è stata compensata anche da una diminuzione di costi (come utenze o spese per attività), ma il risultato complessivo finale dell’attività ordinaria delle parrocchie è stato un pareggio (contro un avanzo complessivo 2019 di tutte le 168 parrocchie per circa 500mila euro). Questo se vediamo il dato aggregato. Andandolo però a scomporre per singoli vicariati o parrocchie, troveremo che a fronte di realtà che hanno retto l’urto, molte altre chiudono in rosso l’attività ordinaria. Questo apre un ulteriore spazio di riflessione, ripreso dal vescovo Marco che afferma: “la comunione che stiamo costruendo è chiamata a tradursi anche in una condivisione delle risorse e delle strutture tra comunità sorelle che abitano il medesimo territorio”.
Un secondo elemento, che emerge anche dalla distribuzione dei fondi CEI 8xmille, riguarda il peso della gestione del patrimonio immobiliare. Oltre al completamento dei lavori di restauro delle chiese terremotate, pesa il crescente bisogno di intervenire sulla ristrutturazione e messa in sicurezza degli immobili: in particolare tetti e impianti. E’ questo un onere che rischia di distogliere risorse (economiche ed anche umane) dal compito principale della nostra chiesa: l’evangelizzazione, il culto, l’attenzione ai poveri.
Un ultimo elemento da sottolineare è l’importanza crescente che hanno i fondi 8xmille per la vita delle nostre comunità. Da diversi anni sul sito della Diocesi e sul nostro settimanale vengono riassunti i contributi annualmente ricevuti dalla CEI. Per la prima volta, però, oltre ai numeri complessivi vengono elencati in modo puntuale anche i tanti interventi che questi fondi hanno permesso di realizzare.
Nel corso del convegno, infine, si è cercato di allargare lo sguardo alla situazione nazionale delle adesioni alla campagna dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Le prospettive future non sono ottimistiche. Le adesioni sono costantemente e fortemente in calo. Questo fatto è da imputarsi a molteplici ragioni. Non ultima la scarsa comprensione che gli stessi membri attivi delle comunità cristiane hanno dell’importanza di aderire alla campagna. Per questo motivo le parrocchie sono state invitate ad un maggiore impegno, soprattutto nei confronti di chi non aderisce semplicemente perché non richiesto (come succede a pensionati o dipendenti che non presentano la dichiarazione dei redditi).
L’analisi della situazione e la definizione delle azioni conseguenti proseguirà nelle singole unità pastorali. L’occasione sarà quella degli incontri che il vescovo Marco, accompagnato dai responsabili degli uffici di Curia, avrà nel corso dell’imminente visita pastorale alla Diocesi.
In allegato il testo completo del rendiconto.