Temi e Opinioni

Esercizi spirituali

Riconoscere la Voce


Per la seconda volta la nostra Diocesi ha proposto in estate gli Esercizi Spirituali nella vita ordinaria (EVO). Quest’anno si è tentato di coinvolgere anche alcune parrocchie e Unità Pastorali nell’accompagnare il cammino degli Esercizi con momenti in presenza quali l’Eucaristia e le celebrazioni penitenziali, permettendo di vivere l’esperienza come gruppo e Chiesa locale.


Alcuni preti – parroci e non – hanno dato la loro disponibilità a proporre ad alcune persone del loro territorio di vivere l’esperienza degli EVO e hanno, altresì, accompagnato questi piccoli gruppi di fedeli o come guide o come referenti per le celebrazioni eucaristiche durante la settimana.

Ho raccolto alcuni loro feedback che condivido volentieri.


C’è chi ha osservato innanzitutto che l’esperienza ha fatto bene a loro stessi perché non si poteva «essere delle guide indifferenti come spettatori e conduttori di una disciplina», ma bisognava coinvolgersi, «entrare in gioco».

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Non è stato semplice per nessuno «conciliare la vita ordinaria, con i suoi imprevisti, e la regolarità della preghiera proposta», ma tutti concordano che «il Signore ha iniziato a benedire» questi giorni e, forse, la prima grazia è stata quella di scoprire che «nella giornata trovava spazio tutto e con gioia!»: lavoro, impegni, riposo, ma anche preghiera, ascolto e dialogo con Dio e con il prossimo. 

Forse, ancora più radicalmente, si potrebbe affermare che «abbiamo toccato con mano come la Parola di Dio meditata, lasciata depositare nella mente e nel cuore ci ha donato uno sguardo diverso, capace di vedere la fedeltà del Signore anche nelle fatiche e difficoltà di questo tempo»: quindi un po’ di più di un puzzle quotidiano fatto di cose o di eventi da incastrare perfettamente, bensì l’aver fatto esperienza di una “luce nuova” che trasfigura, come sul Tabor, il tempo che ognuno di noi abita. 

«Certamente il confronto dal vivo al termine della giornata ha aiutato a focalizzare pensieri e sentimenti per discernere i messaggi più significativi, non accontentandoci di raccontare solo “ciò che ha colpito”»: un cammino vero, quindi, fatto nell’umiltà di chi ascolta, nella forza di chi sa di poter camminare insieme con qualcuno, nello stupore e nella gratitudine di aver visto «quanto lo Spirito lavora nel cuore delle persone».

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Anche alcuni di coloro che hanno fatto gli EVO hanno condiviso con me le loro riflessioni: «L’esperienza di questa settimana è stata arricchente e costruttiva. La modalità, per me del tutto nuova, mi è piaciuta e ogni giorno ho vissuto questo appuntamento serenamente, con disponibilità e curiosità nel vedere e comprendere cosa Dio voleva dirmi attraverso la Parola, l’ascolto del Vescovo, la riflessione personale, l’incontro con il sacerdote e la preghiera».

Un’altra persona aggiunge: «Gli interventi del Vescovo mi hanno fatto scoprire aspetti che non mi sarei aspettata di cogliere. La vicinanza della guida importante per un confronto e per il chiarimento di dubbi».


In sintesi si potrebbe dire che «alla conclusione della settimana ho raccolto un senso diffuso di gratitudine e di serenità. Sicuramente una esperienza che vale la pena riproporre» con lo sguardo luminoso e sognante di chi vede la messe che biondeggia.

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Diocesi di Mantova
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