Le sfide odierne poste dall’accelerazione dei cambiamenti climatici, dalla rapida trasformazione dei conflitti sociali, dall’aumento delle disuguaglianze con le marginalità che ne derivano, necessitano di risposte partecipate e coordinate, di un impegno condiviso da una pluralità di soggetti per creare benessere per la comunità e l’ambiente.
L’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015, riconosce che la maniera in cui produciamo e consumiamo non garantisce un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano. Per la prima volta viene espresso un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. Questo indica che tutti noi, dai governi, alle imprese e ai cittadini, dobbiamo cambiare radicalmente i nostri modelli di produzione, affrontare urgentemente il cambiamento climatico e gestire le risorse in modo sostenibile.
Accanto all’Agenda 2030 e ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs), troviamo in parallelo nella Laudato si’ molti riferimenti fondamentali.
«…alcuni sostengono ad ogni costo il mito del progresso e affermano che i problemi ecologici si risolveranno semplicemente con nuove applicazioni tecniche, senza considerazioni etiche né cambiamenti di fondo» (LS 60).
La tecnologia se utilizzata bene può migliorare la qualità della vita umana (LS 103), ma deve essere indirizzata verso un progresso che sia «più sano, più umano, più sociale e più integrale» (LS 112). La tecnologia deve essere al servizio delle persone.
Serve una riflessione più profonda sul significato dell’economia e dei suoi obiettivi (CV 32). «In parole semplici si tratta di ridefinire la nozione di progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente più elevata, non può essere considerato progresso» (LS 194).
È necessaria «l’onestà di mettere in discussione alcuni modelli di sviluppo, di produzione, di consumo…» (LS 138). «...è arrivata l’ora di accettare una certa decrescita in alcune parti del mondo procurando risorse perché si possa crescere in modo sano in altre parti. Diceva Benedetto XVI che «è necessario che le società tecnologicamente avanzate siano disposte a favorire comportamenti caratterizzati dalla sobrietà, diminuendo il proprio consumo di energia e migliorando le condizioni del suo uso» (LS 193).
Non possiamo «legittimare l’attuale modello distributivo, in cui una minoranza si crede in diritto di consumare in una proporzione che sarebbe impossibile generalizzare, perché il pianeta non potrebbe nemmeno contenere i rifiuti di un simile consumo» (LS 50). «Dobbiamo riconoscere limiti nel controllo e nell’accumulazione di beni per garantire l’inclusione di tutte le persone» (LS 109). È bene ricordare che un vero sviluppo deve essere “di tutti gli uomini e di tutto l’uomo” (PP 42) per “non lasciare indietro nessuno” e ci chiama inevitabilmente ad una conversione ecologica per un corretto approccio al cambiamento. «Lo sviluppo autentico include gli sforzi per ottenere un miglioramento integrale della qualità della vita umana» (LS 147).
Oggi «L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano» (LS 23).
«Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura» (LS 139).
Siamo convinti che l’ecologia integrale, mettendo in relazione ambiente, società, economia in un’ottica di integrazione e connessione, rappresenti lo strumento più adatto per trovare la soluzione alle sfide attuali. L’ecologia integrale non può quindi essere limitata ad una serie di principi ed affermazioni, ma deve trovare una sua applicazione concreta in esperienze da condividere a partire dal livello individuale fino a quello comunitario.
28 gennaio
Per una transizione ecologica nella fraternità: produzione e consumi sostenibili equi e giusti
Dott. Massimo Pallottino (resp. Ufficio Asia e Oceania dell’area internazionale di Caritas italiana)
Dott. Luca Raffaele (Next – Nuova economia per tutti) L’esperienza di GIOOSTO e altre storie di aziende e consumatori
18 febbraio
Energie pulite e rinnovabili per un futuro di pace tra gli uomini e il creato
Ing. Mauro Annunziato (ex-dir. divisione Smart Energy Enea)
Fabio Gerosa (presidente) L’esperienza di FRATELLO SOLE Esco, per una transizione ecologica in campo energetico e per il contrasto alla povertà energetica
11 marzo
Verso una nuova economia dal volto umano
Prof. Roberto Mancini (docente di filosofia teoretica Università di Macerata)
Il racconto di Economy of Francesco affidato a due giovani che lavorano con le scuole e le parrocchie
1 aprile
Una finanza al servizio del bene comune
Prof. Davide Maggi (docente economia aziendale all’Università Piemonte Orientale)
in dialogo con d. Bruno Bignami (direttore Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e del lavoro)
Marco Piccolo (Fondazione Finanza Etica)
Gli incontri si terranno in presenza, ma anche in diretta streaming.
Per partecipare è necessario compilare il modulo di iscrizione on line e versare un contributo di 25 Euro (gratuito per i giovani sotto i 25 anni).
Locandina