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Maestri cattolici

Riscoprire la relazione

Una riflessione sulla scuola dopo la pandemia

Enzo Bertellini
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Emergenza sanitaria, emergenza scolastica. E oltre.

Quando saremo usciti da questa pandemia qualcuno pensa di riportare i ragazzi nelle stesse aule di prima? Ad ascoltare le stesse lezioni di prima; a riprodurre in classe ciò che ha segnato la didattica a distanza? E cioè una logica trasmissiva (videolezioni, compiti, interrogazioni)?
Eppure la scuola è da sempre un posto dove impariamo a conoscere e ad accogliere gli altri per come sono: il ragazzo disabile, il ragazzo straniero, il ragazzo che non conosciamo. Un'esperienza che si apre alla differenza, alla diversità, che ci fa diventare cittadini di un Paese.
Forse è il momento di riprendere la parola. Forse è il tempo di produrre contributi specifici nell'ambito di una strategia tesa a fornire un'educazione di qualità, equa e inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti.
La scuola è la più grande risorsa del Paese per educare alla convivenza, per insegnare a interpretare la realtà, ad ascoltare e a ragionare, a interloquire tra pari. A costruire le prime vere relazioni sociali.
Contro l'idea individualistica del sapere, delle competenze e della conoscenza l'interazione sociale rappresenta il presupposto fondamentale di ogni apprendimento. In particolare nel difficile compito di definizione-ridefinizione dell'identità individuale in un mondo sempre più complesso ed eterogeneo.
Il tema dell'identità essendo parte integrante di ogni teoria sociale dell'apprendimento, strettamente connesso all'idea di comunità (l'identità come individuo non può dissociarsi dalla nostra identità come membri di una comunità).
Se la società dell'informazione che caratterizza il nostro tempo esprime il passaggio dal primato degli oggetti al primato delle interazioni, dei processi e delle reti, non possiamo rinunciare all'idea di scuola come bene comune e come strumento di vita sociale e democratica. All'idea di poter riattribuire alla relazione educativa l'originaria capacità di elevarsi a funzione generativa dei processi formativi per l'estrinsecazione del sé. Indicando nella riflessività il dispositivo principe.
Assunta la relazionalità quale presupposto inscindibile dei processi conoscitivi e formativi, la scuola è sempre più consapevole dell'importanza della dimensione relazionale nella prassi educativa.
Se si tratta pertanto di prestare attenzione al più generale processo di formazione umana e di impegnarsi affinchè ogni situazione sociale possa rappresentare opportunità di crescita per l'individuo, la predisposizione a conoscere e a dare senso al mondo circostante è favorita da pratiche dialogiche e narrative che permettono al soggetto di entrare in relazione con altre menti, con altre visioni della realtà che lo aiutano ad arricchire le sue conoscenze.
Ogni processo evolutivo insomma avviene sempre nell'ambito di un contesto intersoggettivo, cioè relazionale.

Diocesi di Mantova
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