Temi e Opinioni

Società

Un richiamo ai doveri incompiuti della politica


Da Napolitano a Mattarella cos’è cambiato nei partiti negli ultimi sette anni? Nulla. L’incapacità e la confusione, viste nella settimana per l’elezione del Presidente della Repubblica, hanno messo a nudo la frammentazione dei partiti e il loro essere divisi internamente. 


È bene ricordare che quattro partiti hanno un consenso tra il 15 e il 20 per cento e sei tra il 2 e 8. Questo per dire che una reale maggioranza non esiste nel Parlamento e il governo Draghi è il frutto di una maggioranza che “non corrisponde ad alcuna formula politica” come ha già detto Mattarella in tempi non sospetti. Abbiamo assistito a partiti vuoti sui programmi e sulle scelte politiche. Lo spettacolo indecoroso andato in scena ha evidenziato che i partiti oggi non sono portatori di culture politiche aggreganti e si diffonde una mobilità di interessi, di domande e di aspirazioni che non trovano la mediazione nella politica. 

quirinale 2.JPG

Il rischio è che nasca in modo sempre più marcato nel cittadino un rifiuto della politica, perché avverte l’occupazione del potere per fini non definiti oppure particolaristici, inefficienze amministrative e malcostume diffuso. 

Il discorso di Sergio Mattarella nel giorno del suo secondo giuramento va nella direzione dell’incoraggiamento e invita il mondo della politica ad abbassare i toni e le schermaglie. “Un intervento – come ha scritto Panarai sulla Stampa il giorno 4 febbraio – che ha celebrato il parlamentarismo e la centralità della politica, e indicato la funzione essenziale dei corpi intermedi e dei partiti, ricordando però che la qualità stessa e il prestigio della rappresentanza dipendono dalla loro capacità di esprimere ciò che emerge nei diversi ambiti della vita economica e sociale, di favorire la partecipazione”. Con parole più semplici “un richiamo ai loro doveri incompiuti.” 

frecce tricolori.JPG

L’obiettivo deve essere quello di riportare nelle mani dell’elettorato la scelta delle persone e delle misure di governo. 

Deve essere evitata una qualsiasi riforma effimera del nostro pluralismo partitico, anzi, bisogna favorire una serie di riforme che favoriscano la formazione di maggioranze alternative tra forze omogenee a livello programmatico ed operativo. 


Si tratta di ripensare ad una nuova politica, ad una maggiore attenzione al senso dello Stato e del proprio dovere. 

Riscrivere le norme etiche del vivere civile è indispensabile per riconoscere che la cultura e la coscienza della legalità sono premessa fondamentale del rinnovamento della società. Solo pensando ad uno Stato “leggero”, cioè non appesantito da proprie autoalimentazioni, non incrostato da strumentalizzazioni, non distorto dalle appropriazioni politiche, è possibile sbloccare il nostro sistema politico-istituzionale. In una democrazia matura l’obiettivo deve essere quello di arrivare ad una competizione regolata fra le diverse parti, che valorizzi le capacità di ognuna, dal governo e dall’opposizione e della società civile. 

C:\fakepath\mattarella.JPG

Ci si attendeva molto di più dai partiti del dopo Tangentopoli, il risultato è davanti ai nostri occhi. 


Si tratta di ripartire un’altra volta, e la riconferma di Sergio Mattarella ha questo significato politico.

Diocesi di Mantova
Diocesi di Mantova