Anno pastorale corrente

Settimana della Chiesa Mantovana

Una Chiesa sempre più sinodale

Il segretario della sezione pastorale ci guida dentro la prossima edizione

Redazione
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Pubblichiamo la nostra intervista a Renato Gandolfi, segretario della sezione pastorale della Diocesi di Mantova che, insieme al vicario episcopale don Gianni Grandi, ha seguito da vicino il percorso pastorale di questi ultimi anni.


Tra poche settimane inizierà la Settimana della Chiesa Mantovana, che darà il via al prossimo anno pastorale. Quali saranno i riferimenti principali di questo importante appuntamento?

Stiamo iniziando un cammino che va oltre il prossimo anno pastorale, che si dà, come primo riferimento temporale, almeno un biennio. Si tratta di un tempo minimo per poter impostare e sperimentare il percorso tracciato nei mesi scorsi con le Unità Pastorali. Tutta la Chiesa cattolica sta sempre più cercando di crescere in uno stile sinodale, cioè in una dimensione di partecipazione di popolo alla vita della comunità e alla sua missione, con un maggior coinvolgimento di tutti nell’accompagnamento corresponsabile di tale cammino. 

Nel 2013 papa Francesco ha presentato questo invito al rinnovamento attraverso l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium. Due anni dopo, nel suo discorso al convegno ecclesiale di Firenze, ne ha ribadito l’urgenza rivolgendosi alla Chiesa italiana. Lo stesso ha fatto pochi mesi fa mentre la Conferenza Episcopale Italiana stava approntando una bozza di cammino da presentargli.


E a Mantova?

Quasi contemporaneamente alle date indicate (2014-2016) la Chiesa mantovana avviava e portava a termine l’ottavo Sinodo diocesano emanando un documento, il Libro del Sinodo, nel quale sono numerosi i rimandi teorici e operativi ad una vita ecclesiale in stile sinodale. Evangelii Gaudium e il Libro del Sinodo sono i due testi di riferimento sui quali è stata fondata la proposta diocesana SOGNIAMO LA NOSTRA CHIESA, che ha preso decisamente il via nella primavera scorsa dopo tutti i blocchi imposti dalla gestione della pandemia, una ripartenza che non aspirava certo a rimettere tutto com’era prima, ma a cercare un coinvolgimento ampio delle comunità, in particolare delle Unità Pastorali, nell’ottica del sogno di Chiesa nel territorio e secondo lo stile sinodale tanto voluto nella Chiesa.


In che cosa consiste la proposta diocesana?

Per promuovere, prima, e accompagnare, poi, tale cammino, il vescovo Marco ha avviato un percorso articolato di visita alle Unità Pastorali. Un primo momento è stato vissuto in ogni territorio la primavera scorsa: alcune ore trascorse con operatori e componenti dei consigli parrocchiali o di UP per conoscere un po’ meglio la realtà, per far conoscere la proposta diocesana e chiedere di evidenziare localmente le situazioni sulle quali le comunità avrebbero ritenuto opportuno “lavorare” con maggiore sollecitudine per il loro rinnovamento (le cosiddette “priorità”). È seguita una seconda serie di incontri nei quali piccole delegazioni delle UP si sono recate dal vescovo per comunicare le “priorità” da loro scelte e sulle quali intendevano sviluppare un percorso di rinnovamento negli anni successivi.


E ora?

Con la Settimana della Chiesa mantovana inizierà, di fatto, questo cammino nel quale ogni Unità Pastorale investirà in riflessione, ricerca e sperimentazione sulle “priorità” scelte, magari con il supporto dei servizi diocesani o, nel caso, di esperti del settore e, mentre vivrà questa attenzione, cercherà, al proprio interno, di dare vita ad uno stile comunitario sempre più sinodale. Durante il cammino biennale il vescovo Marco visiterà le UP fermandosi in ciascuna di esse alcuni giorni per condividere il cammino fatto, sostenere le scelte, incoraggiare la comunità…


Tornando alla Settimana della Chiesa Mantovana?

Il riferimento tematico centrale sarà, come detto, quello della sinodalità che costruisce la comunità e la apre alla missione

I momenti principali saranno, di fatto tre: 

lunedì sera in Duomo una “serata fondativa” con un momento di preghiera e una relazione teologico-pastorale che offrirà gli elementi fondanti del cammino; 

mercoledì mattina, in seminario, ci sarà l’assemblea del clero e delle persone consacrate per un momento di riflessione che aiuti ad interpretare meglio la presenza presbiterale e religiosa in una comunità sinodale; 

nelle serate di martedì, mercoledì o venerdì ogni Unità Pastorale convocherà una propria assemblea per presentare il processo sinodale che verrà avviato e per chiarirne i passaggi con le persone presenti.

Altri due momenti: nel tardo pomeriggio di giovedì, a Palazzo Te, la lettura integrale del Cantico dei Cantici; domenica 19, a chiusura della settimana, momenti celebrativi di avvio del processo sinodale.

A causa della pandemia le iniziative prevedranno dei numeri contingentati; per questo motivo la Diocesi ha previsto una diretta streaming per i due momenti che potrebbero essere a rischio di maggior afflusso, cioè la serata di lunedì dal Duomo e il pomeriggio di giovedì a Palazzo Te.


Spostandoci dalla Settimana della Chiesa Mantovana al cammino successivo, cosa potremmo evidenziare?

I due punti già accennati: il processo sinodale e il lavoro sulle priorità individuate. Sono due passaggi che, pur avendo una traccia diocesana comune, saranno preparati e percorsi autonomamente da ogni Unità Pastorale sulla base della propria condizione di partenza. In un tempo come questo, in “un cambiamento d’epoca”, la missione non si realizza rimanendo fermi a ripetere meccanicamente ciò che si è sempre fatto, che poteva andare benissimo qualche decennio fa. Mi spiego accennando alle priorità: chiedendo ad ogni Unità Pastorale di individuarle e di affrontarle, si è voluto favorire un confronto interno alla comunità per rileggere la propria situazione e far emergere quegli aspetti che necessitano di una cura maggiore. Questo dovrebbe favorire il confronto e la collaborazione tra parrocchie della stessa UP, tra pastori e laici, tra le diverse ministerialità… nella ricerca di strumenti e di modalità per affrontare un aspetto vitale, per conoscerlo meglio, per trovare soluzioni opportune e per sperimentarle. Una volta trovata una soluzione opportuna, emergeranno sicuramente altri aspetti da affrontare che diventeranno, allora, nuove priorità. Al di fuori della vita ecclesiale, nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nell’associazionismo… questo è pane quotidiano. Non si affrontano le priorità per “dovere”, ma perché ci si sente appartenenti alla comunità e si cerca ardentemente il suo bene.


E la Visita pastorale del vescovo Marco?

Al di là che la Visita pastorale alle comunità è un dovere pastorale di ogni vescovo, il vescovo Marco ha desiderato incontrare le comunità a lui affidate in questo periodo di difficile ripartenza. E questo all’interno di un cammino ecclesiale che, come ho già detto, non è un ritorno al “dov’eravamo rimasti” prima di chiudere le chiese.

Un primo segno di questa attenzione è legato proprio al fatto che la Visita non sarà alle singole parrocchie in quanto tali ma alle Unità Pastorali, realtà ecclesiali che nel mantovano sono state avviate ufficialmente 11 anni fa e che il Sinodo diocesano ha sostenuto e ulteriormente confermato per importanza ma che, ancora oggi, in vari casi, stentano a diventare realtà.

Nella Visita il vescovo incontrerà comunità in cammino. Là dove avrà la possibilità di andare presto, l’attenzione sarà particolarmente rivolta ad accompagnare la ripartenza, mentre in quelle successive a sostenere il cammino. In ogni caso centrale sarà la relazione con le persone, con i gruppi, con le realtà presenti e particolarmente coinvolte nel processo sinodale e nel “lavoro” sulle priorità. Una presenza, la sua, che pur nella limitatezza dei pochi giorni, sarà segno dell’unitarietà del comune cammino dell’intera Chiesa mantovana.

Diocesi di Mantova
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