31/01/2021
15.00
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Durante questo mese di gennaio, dedicato alla riflessione e alla preghiera per la pace, ci facciamo guidare dal documento sulla “Fratellanza umana, per la pace mondiale e la convivenza comune” sottoscritto ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Al-Tayyeb.
Il documento chiede a tutti di impegnarsi “per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace”, ponendo fine ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale, e attuando “una distribuzione equa delle risorse naturali, delle quali beneficia solo una minoranza di ricchi, a discapito della maggioranza dei popoli della terra”. Al momento della firma Papa Francesco ha ricordato: "Non c’è alternativa: o costruiremo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro. Le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace".
Ambiente, sviluppo, diritti e pace. Quattro grandi temi e quattro grandi connessioni nelle nostre società sempre più interdipendenti. Purtroppo in molti paesi queste parole sono rappresentate solo dalle violazioni delle condizioni più elementari e più naturali della convivenza umana. E la loro negazione è la causa di molti sommovimenti migratori. Ci accorgiamo di tutto ciò solo nell’ultimo effetto di una lunga catena di cause: i timori che scatenano nelle nostre società gli arrivi dei migranti. Non riusciamo a vedere i profondi legami che invece collegano i disastri ambientali, la mancanza di sviluppo, la negazione dei diritti e della pace con il dramma delle migrazioni.
L'evento sarà visibile alle ore 15 di domenica 31 gennaio su YouTube collegandosi a questo link.
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La prima video-testimonianza è quella di Michele Turzi, che racconta la sua esperienza di volontariato in Bosnia in aiuto dei migranti che percorrono la rotta balcanica, sottoponendosi a privazioni e violenze con la speranza di una vita migliore nelle nostre società. Michele è stato nel 2019 a Bihać, al confine fra Bosnia e Croazia, come volontario IPSIA (ONG delle Acli con il sostegno di Caritas Ambrosiana e Caritas Como) nel campo di Lipa, allestito in una vecchia fabbrica di elettrodomestici, dove sopravvivevano 2.500 persone. Nel 2020 si è recato a Sarajevo come casco bianco di Caritas Italiana, occupandosi di una casa protetta per famiglie di migranti e minori non accompagnati.
Molto interessante, per chi volesse approfondire la riflessione sui temi riguardanti i rifugiati e i migranti, è il dossier della Fondazione Migrantes del 2020.
Per approfondire i temi della convivenza e del dialogo anche nelle situazioni di conflitto interetnico, l’impegno per una conversione ecologica della società e dell'economia, si suggerisce di recuperare l'eredità del pensiero di Alex Langer, a distanza di 25 anni dalla sua morte. In questo ci aiutano i contributi video di Paolo Bergamaschi, stretto collaboratore di Langer al parlamento Europeo e lui stesso per molti anni consigliere politico presso la Commissione Esteri della UE, e di Mao Valpiana, "storico" obiettore di coscienza al servizio militare e alle spese che lo Stato destina al settore militare, attuale presidente del Movimento Nonviolento e membro della Fondazione Langer.
Per approfondire ulteriormente la figura di Alex Langer è possibile visitare il sito della Fondazione che porta il suo nome.