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"Gaza nostra ostinazione" nel solco di don Mazzolari

La manifestazione a Bozzolo con i vescovi di Mantova e Cremona

Tavolo Bene Comune

08 Settembre 2025

Alcuni membri del Tavolo della Pace e della Comunità Laudato si’ - Oglio Po, insieme a don Umberto Zanaboni, responsabile pastorale Migrantes e missionaria della Diocesi di Cremona, hanno messo in comune la domanda di tanti: «Non facciamo nulla per questa tragedia che si sta consumando a Gaza?».

In tempo reale c’è stato il passaparola tra la Comunità Oglio Po, la Comunità Laudato si’ - Giovanni Ferrari di Mantova, i Tavoli della Pace Oglio Po e Cremona e il Coordinamento Mantova per la Pace di Mantova, fino ad arrivare al Tavolo del Bene Comune diocesano.

È nata così la proposta Gaza nostra ostinazione, che si è svolta a Bozzolo sabato 30 agosto, il cui titolo è stato scelto proprio parafrasando il linguaggio di don Primo Mazzolari, a cui anche il vescovo di Mantova Marco Busca ha risposto "Presente" senza esitazione.

Insieme agli amici del Tavolo del Bene Comune della Diocesi, alle tante realtà sociali e civili impegnate nella nostra città, ai rappresentanti di diverse fedi, al mondo pacifista ed ecologista, i sindacati, le forze politiche, gli enti locali.

«Vedendo tutti voi insieme ­– ha detto il vescovo di Cremona Antonio Napolioni – ci si può commuovere a darci una mossa, darci una svegliata, non rimanere inerti, non rimanere spettatori. Qualunque cosa accada, facciamo scuola di pace. La Chiesa di Cremona farà scuola di pace per sé stessa e per tutti coloro che vorranno».

Monsignor Busca nel suo intervento ha ricordato don Primo Mazzolari: «Era un uomo delle terre del Po tormentato dalla follia della guerra e dalla possibilità della pace. Lo straripamento delle acque del Grande Fiume evocava in don Primo la piena improvvisa della violenza di popoli imbestialiti che si saltano addosso. Così come ci sono i guardiani degli argini alla destra e alla sinistra del fiume, occorrono i guardiani degli argini della pace. Ognuno di noi è un cielo che può dare pioggia o sereno, preparare la guerra o confermare la pace. Ognuno di noi è guardiano degli argini della pace».

Poi l'imam di Viadana Mohammed Amin Attarki, che ha esordito con un semplice «la pace sia con tutti voi»: «Dobbiamo stare dalla parte di chi non ha voce, di chi non ha pane, di chi non ha un cielo da guardare. Di quelli che vedono solo cadere le bombe. Gli uomini di religione dicono di resistere. Così i cittadini a ogni angolo del mondo arriveranno la con Flotilla. Partiranno da Genova, da ogni angolo d'Italia per portare cibo a Gaza. Un giorno i palestinesi di Gaza ci ringrazieranno anche per questo giorno. Qui a Bozzolo».

In collegamento da Gerusalemme anche il cardinale Pierbattista Pizzaballa. «La nostra area è stata dichiarata zona di guerra, nessuno può entrare, non possiamo portare dentro un po’ di cibo. Finché ci sarà anche una sola persona noi resteremo qui. Noi siamo Chiesa e il pastore sta con le sue pecore, con la sua gente. Dare concretezza alla speranza delle persone quando hanno perso tutto non è mai semplice, ma mi è chiaro dove questa deve stare. Le parole devono essere accompagnare dalla testimonianza. Non puoi separare le cose che dici da chi le dice».

È stato un evento di fraternità. La gente ha bisogno di capire cosa fare all'atto pratico, perché se esiste una giustizia che non viene rispettata aumenta il senso di impotenza e di frustrazione, quindi è importante contare su una comunità che prosegua con ostinazione a dare gambe, cuore, azioni di pacificazione e determinazione dentro alla guerra mondiale a pezzi che sembra avere in questo mondo l’ultima parola.

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