La tradizione attribuisce al soldato romano Longino, che trafisse con la propria lancia il costato di Cristo, la raccolta e il trasporto di terra imbevuta del sangue del Salvatore nel luogo ove ora sorge la città di Mantova.
Longino muore martire della fede nel 37 d.C. Al fine di preservare la sacra reliquia, la stessa viene sotterrata in un'urna e per lunghi secoli non se ne ha più notizia.
Nell'804 avviene il primo ritrovamento dell'urna contenente la reliquia, su indicazione di Sant'Andrea, essendo papa Leone III (795-816) e imperatore Carlo Magno (768-814), che richiede e ottiene dal primo l'autenticazione della reliquia. Una piccola parte della stessa viene donata da Carlo Magno alla cappella reale di Parigi (Sainte-Chapelle). Secondo un'ipotesi condivisa da molti, Mantova viene contemporaneamente dichiarata sede vescovile e sul luogo del ritrovamento viene eretta una piccola chiesa in onore dell'apostolo Andrea. Da questa data decorre il novero degli anni che portano all'attuale giubileo della Diocesi di Mantova.
Nel 923 Mantova è invasa dagli Ungari. La reliquia viene interrata, una parte nel giardino dell'allora ospedale di Sant'Andrea (o nell'orto dell'oratorio dedicato al Sangue di Cristo), un'altra nell'antica chiesa di San Paolo che era situata quasi accanto al duomo, nell'attuale seminario. Per alcuni decenni si perde traccia della reliquia. Nel frattempo si afferma sulla città il dominio dei signori di Canossa. Nel 1037 il vescovo di Mantova Itolfo fonda il monastero benedettino entro il quale si integra la chiesetta del IX secolo, di cui non restano né disegni né vestigia significative. Un'ala del monastero, nella forma modificata del XV secolo, recentemente restaurata, è visibile nell'attuale piazza Leon Battista Alberti.
Nel 1048, presente Beatrice di Canossa, avviene il secondo ritrovamento della parte maggiore della reliquia e delle ossa di San Longino. Tale ritrovamento induce all'ampliamento della originaria piccola chiesa di Sant'Andrea e alla costruzione della cripta sul luogo della seconda inventio. Della chiesa non rimane alcuna traccia, così come della cripta, completamente rifatta alla fine del sec. XVI su progetto di Antonio Maria Viani.
Dall’inizio del XV secolo la reliquia è custodita in due preziosi reliquiari a forma di pisside ambrosiana che per i mantovani identificano il contenuto, i “Sacri Vasi”. Originariamente in vetro e argento, furono sostituiti all’inizio del Cinquecento da due esemplari in oro fatti realizzare da Isabella d’Este all’orefice Nicolò da Milano. Anche Benvenuto Cellini, durante il suo soggiorno mantovano, propose ai Gonzaga un progetto per nuovi reliquiari. Nel 1848, durante i disordini e le azioni militari della Prima Guerra d’Indipendenza, i soldati austriaci li trafugarono e ne dispersero il contenuto.
I Sacri Vasi attualmente in uso furono realizzati dall’orefice milanese Giovanni Bellezza e finanziati – come risarcimento – dall’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo; giunsero in città nel 1879, quando Mantova era già unita al Regno d’Italia. Riprendono la foggia della versione cinquecentesca, con l’aggiunta delle statuette di San Longino, Sant’Andrea, il Cristo Risorto (citazione del progetto celliniano). Sono realizzati a fusione in oro massiccio, cesellati e arricchiti di pietre preziose. Pesano ciascuno 3,8 kg.
Il duca Vincenzo Gonzaga alla fine del Cinquecento promosse la ristrutturazione della cripta affidandone il progetto all’architetto di Corte e pittore Antonio Maria Viani.
Quattro bracci divisi in tre navate ciascuno convergono verso l’altare cassaforte.
Lo spazio fu ideato anche come luogo di sepoltura e mausoleo dei Gonzaga, raffigurati in ginocchio in adorazione della reliquia.
Porzioni della reliquia sono conservate a Mantova nella Cattedrale di San Pietro, nella Basilica Palatina di Santa Barbara (Palazzo Ducale) e in tre preziosi ciondoli in oro e smalti che i Gonzaga portavano al collo in segno di devozione.
Uno di essi viene esposto per la preghiera vespertina che ogni venerdì la Compagnia del Preziosissimo Sangue anima nella cripta della Basilica di Sant’Andrea.
La reliquia viene esposta il Venerdì Santo e condotta in processione per le vie del centro di Mantova.
Anche il 12 marzo, memoria del secondo ritrovamento, e in qualche altra rara occasione, la reliquia viene portata nell’aula della basilica ed esposta alla pubblica venerazione.
L’ostensione è preceduta dal suggestivo rito di apertura della cassaforte, che avviene tramite un elaborato sistema di serrature e dodici chiavi in possesso di quattro persone differenti, che devono essere presenti contemporaneamente: il Vescovo, il Presidente del Capitolo dalla Cattedrale, il Parroco di Sant’Andrea e il Prefetto. Ogni volta che si apre la cassaforte viene redatto un atto notarile firmato da testimoni.
La cura della cripta e il compito di divulgare la devozione alla reliquia sono affidate alla Compagnia del Preziosissimo Sangue di Cristo, una confraternita laicale di origini medievali, rifondata nel 2010. Oltre ad accompagnare la reliquia nella processione del Venerdì Santo e ogni volta che viene esposta, i confratelli e le consorelle coltivano un’intensa vita spirituale e praticano opere di misericordia.
Dal 1998 Mantova è gemellata con Weingarten, nel segno della comune devozione verso il Preziosissimo Sangue. Nel 1094 infatti una porzione della reliquia mantovana fu donata all’Imperatore e giunse nell’abbazia benedettina della città tedesca.
Il giorno successivo al giovedì dell’Ascensione viene portata a cavallo in quella che è considerata una delle principali manifestazioni religiose della Germania.
L’accesso alla cripta dove sono custoditi i Sacri Vasi è possibile con l’accompagnamento dei volontari della basilica, nei seguenti orari:
I volontari garantiscono l’accesso alla cripta il sabato e nei festivi. Negli altri giorni occorre prenotare la visita contattando il sig. Roberto al numero 3382751862 oppure il sig. Fabio al numero 3475549644 o inviando un’e-mail all’indirizzo s.andrea@diocesidimantova.it
Pubblicazioni:
R. Braglia, La Basilica di Sant’Andrea in Mantova, Pubblipaolini, 2010.
R. Brunelli, Una chiesa una città: Sant’Andrea in Mantova, Tre Lune, 2017.
G. Girondi, I Sacri Vasi di Mantova, Il Rio, 2018.