Appuntamenti

Intelligenza artificiale in medicina

Barbassolo di Roncoferraro

28/09/2024

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Stiamo assistendo alla nascita dell’Intelligenza Artificiale generativa (IA) e questa novità sta suscitando entusiasmi e preoccupazioni. In ambito medico ci si chiede cosa ci riserverà il futuro e quanto potrebbe stravolgere davvero già nei prossimi anni la quotidianità della professione. Siamo lontani dall’immaginare dottori robotici, semmai una sempre maggiore integrazione dei sistemi di machine learning in ambito diagnostico (radiologia, istologia) e in ambito predittivo/decisionale: sistemi per individuare i pazienti a rischio e supportare il medico nel dedicare loro maggiore attenzione e, in ordine alle linee guida, alle storie cliniche e alla letteratura scientifica, applicare scelte mirate, personalizzando la cura.

I sistemi di chatbot come ChatGPT possono fornire informazioni mediche tanto da consentire corsi di formazione ufficiali per operatori sanitari.

I vantaggi tecnologici che si prospettano sono entusiasmanti ma devono essere sciolti nodi importanti sul piano etico e giuridico. Sono noti, infatti, i pericoli insorti in relazione ai social media: dipendenza, disinformazione, salute mentale, polarizzazione, censura... Stiamo solo iniziando a vedere l’impatto che questo nuovo strumento ha sull’istruzione (sviluppo dei bambini, ricerca scientifica, cambio dei valori), sulla cultura (giornalismo sociale, canali di comunicazione), sulla politica (discorso democratico, elezioni), sull’economia (marketing, Pil) e, non da ultimo, sulla nostra vita spirituale.

È emersa la facilità di usare l’IA per commettere frodi, producendo falsi (deep-faking), frodi contrattuali, evasione fiscale, ma la minaccia maggiore è quell’intelligenza artificiale che imita le relazioni intime con le persone reali senza avere vera capacità di compassione, falsificando così le relazioni umane reali. Secondo il filosofo americano Daniel Dennett, è una vera e propria «minaccia alla nostra civiltà».

In ambito medico è evidente il rischio di ridurre la relazione di cura a un gesto tecnico, favorendo una dicotomia tra intelligenza e cuore che è alla base dell’alleanza terapeutica. Il lato positivo è che l’intelligenza artificiale generativa, per quanto noi la conosciamo, non è cosciente, non comprende ciò che dice ma non per questo potenzialmente meno pericolosa, richiede perciò una continua regolamentazione (algoretica), un compito permanente: etico, teologico e spirituale, prettamente umano, che tenga l’uomo al centro come chiede papa Francesco: «Nessuno sia lasciato solo, ognuno possa ricevere l’unzione dell’ascolto, della vicinanza e della cura».

Programma del convegno

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