Mantova
6/07/2024
17.00
Sabato 6 luglio alle 17.00 sarà celebrata la Santa Messa nella chiesa della Madonna del Terremoto in piazza Canossa a Mantova, preceduta dal Rosario (alle ore 16). Il giorno, infatti, ricorda la data esatta della scossa di terremoto che provocò diversi danni nel mantovano ed è alla base della costruzione della chiesetta e della devozione di molti cittadini.
La chiesa fu eretta nel luogo dove sulla facciata di una casa si trovava l’affresco che ritraeva la Madonna invocata dai mantovani a protezione dal terremoto che sconvolse l’Italia il 6 luglio 1693.
L’attuale edificio, risalente al 1759, venne costruito al posto del precedente di legno. L’interno, con piccola navata e presbiterio chiuso da cancellata, si caratterizza per una larga profusione dello stucco negli ornati, nelle statue simboleggianti le virtù, e nelle incorniciature di due tele lì destinate e ora conservate al Museo Diocesano “Francesco Gonzaga”, realizzate dal celebre pittore Giuseppe Bazzani: l’Adorazione dei Pastori e la Pietà.
Don Federico Amadei, nella Cronaca Universale di Mantova del 1750, aggiunge ulteriori informazioni sull’origine della devozione:
“Degna cosa è da rimarcarsi in congiuntura di questo terremoto, cioè lo scoprimento d’una miracolosa immagine di Nostra Signora tenendo il bambino Gesù in braccio, a destra S. Giuseppe ed a sinistra S. Rocco, ed ecco come ciò seguisse: sulla Piazzetta dell’Albrisa, volgarmente oggidì del Canossa per il palazzo di questa nobile famiglia, abitava un certo Pietro de’ Stefani, sartore di mestiere in una casetta a pigione sull’angolo di essa piazzetta che appartiene al signor Andrea Comini e serviva per comodo della lui carrozza.
Sul muro eravi dipinta un’imagine di Nostra Signora quasi inosservata perché smarrita di colori esposta senza verun riparo alle acque pioventi. Pietro de’ Stefani trovavasi presso il muro della sua abitazione quando sentironsi le prime scosse del tremuoto ed asseverantemente assicurò diversi circostanti spaventati che in quel sito egli non sentiva niente invitandoli a rifugiarsi vicino al muro e raccomandarsi a quell’immagine per essere salvi dalle temute rovine.
In brieve d’ora divolgatosi il prodigio vi accorsero moltissimi adoratori i quali offerirole copiose limosine laonde fu da certuni giudicato bene d’impiegarle a riparare l’immagine dall’intemperie delle stagioni col farle d’intorno una nicchia, ed un piccolo coperto che sporgesse in fuori due braccia in circa, locchè è quel jus comune di ciascun padrone di casa sulla via pubblica, non potendosi dilatare più innanzi senza licenza del Principe che è padrone delle strade e delle piazze.
Ma crescendo sempre più il concorso de’ divoti che d’ora in ora se le inginocchiavano davanti, appendendole voti e tavolette per grazie ricevute, e talvolta potendocisi accostare attesa la strettezza della nicchia oppure per l’incomodo della pioggia e fango nella piazza, unironsi col Signor Comini, padrone della casa, vari altri divoti e supplicarono il Duca con loro memoriale in data 12 giugno anno seguente 1694, acciò permettesse graziosamente che si potesse dilatare sulla Piazzetta una cappella cinta di mura larga 10 e lunga 12 braccia per comodo de’ li divoti adoratori, ed in essa alzarvi un altare per il divino sagrifizio.”