Il primo giubileo della storia fu indetto nel febbraio del 1300 da Bonifacio VIII con la bolla Antiquorum Habet Fida Relatio, che accordava «a tutti quelli che nel presente anno [...] ed in qualunque altro centesimo anno seguente accederanno alle suddette Basiliche [dei Santi Pietro e Paolo] con riverenza e veramente pentiti e confessati, non solo pieno ed assai largo, ma anzi assai pienissimo perdono dei loro peccati». Con questo provvedimento, accanto alle prevalenti motivazioni di natura spirituale e pastorale, il pontefice mirava a riaffermare il prestigio e l’universalità del papato in un momento di profonda crisi, legata alla nascita degli stati europei. L’evento giubilare riscosse notevole successo, attirando a Roma centinaia di migliaia di pellegrini desiderosi di pregare sulle tombe degli apostoli e di ricevere l’indulgenza plenaria.
I successori di papa Caetani, non solo rimasero fedeli alle indicazioni della bolla, ma ridussero progressivamente l’intervallo temporale tra gli anni santi. Clemente VI, dopo il trasferimento della sede pontificia ad Avignone, lo dimezzò a cinquant’anni, indicendo un giubileo per il 1350. Urbano VI, al rientro della corte papale a Roma, ne ridusse ulteriormente la cadenza a trentatré anni, richiamando la durata della vita terrena di Cristo. Infine – a partire dal 1475 – Paolo II lo fissò a venticinque anni, stabilendo la celebrazione di almeno quattro giubilei per ogni secolo.
I giubilei si svolsero secondo tale ritmo con regolarità fino al 1775 quando, prima la crisi legata all’egemonia napoleonica sull’Europa e poi gli scossoni del processo di riunificazione nazionale, ne impediranno la celebrazione fino al 1900 (con l’eccezione dell’anno santo del 1825), con la ripresa della tradizione sotto il pontificato di Leone XIII. Il giubileo del 1950, giungendo a pochi anni dalla conclusione della Seconda guerra mondiale, venne celebrato con grande entusiasmo e notevole afflusso di fedeli e, in tale contesto, Pio XII proclamò il dogma dell’Assunzione al cielo di Maria.
Nel 1975 l’apertura della porta santa da parte di Paolo VI venne trasmessa per la prima volta in mondovisione, mentre nel 1983 Giovanni Paolo II indisse un anno santo straordinario dedicato al tema della redenzione. Il grande giubileo dell’anno 2000, con il passaggio al nuovo millennio, si caricò di un ulteriore significato simbolico e, infine, tra il 2015 e il 2016 sarà papa Francesco a indire il giubileo straordinario della misericordia.
Uno dei segni caratteristici dell’anno giubilare è rappresentato dalla porta santa. Aprendone i battenti, il pontefice invita l’intera comunità ecclesiale a varcare la soglia della casa di Dio, facendo esperienza della redenzione e ricevendo l’abbraccio misericordioso del Padre, secondo la parola stessa di Cristo: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato» (Gv 10,9).
La porta santa fa la sua comparsa in occasione del giubileo del 1423, quanto papa Martino V compie il rito di apertura nella basilica di San Giovanni in Laterano. Nel 1500, poi, Alessandro VI volle che vi fosse una porta santa in ognuna delle quattro basiliche maggiori della città, riservandosi l’apertura di quella della basilica di San Pietro. Il pontefice, inoltre, ne precisò il cerimoniale approvando un apposito rituale che, con minime variazioni, è stato seguito fino al giubileo del 1975.
Esso prevedeva che le porte sante delle basiliche romane venissero chiuse all’esterno da un muro, e non dai semplici battenti della porta. Il momento dell’apertura, quindi, non prevedeva lo spalancamento delle valve del portale, ma la rimozione di una parete di mattoni: il pontefice ne abbatteva una piccola porzione con l’ausilio un martello, mentre i muratori ne completavano l’opera di demolizione. Durante il rito della Notte di Natale del 1974, però, la caduta di alcuni calcinacci rischiò di ferire Paolo VI, suggerendo così alcune innovazioni.
Pertanto, durante il rito di chiusura, il pontefice non utilizzò più cazzuola e mattoni per dare inizio alla ricostruzione del muro, ma chiuse semplicemente i battenti della porta di bronzo. In questo modo, la porta che fino ad allora risultava essere all’interno della basilica si venne a trovare all’esterno di essa, mentre il muro che chiudeva la porta all’esterno venne costruito all’interno della chiesa (per essere poi demolito, senza particolari ritualità, nei giorni antecedenti la cerimonia di apertura).
L’attuale porta santa della basilica petrina è relativamente recente. Si tratta di un’opera in bronzo dello scultore Vico Consorti realizzata in occasione del giubileo del 1950. Le sedici formelle che la adornano mostrano una serie di episodi biblici legati ai temi del peccato dell'uomo e del perdono divino.
Michele Garini
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