CEL
La preoccupazione della Conferenza Episcopale Lombarda per i progetti di trasformazione nell’area attigua al santuario
Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici
18 Aprile 2024
Al termine di una riunione svoltasi a Milano il 16 aprile, la Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Lombarda - presieduta da mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia - ha elaborato la nota che riportiamo di seguito.
Il patrimonio ambientale della zona in cui si trova il Santuario S. Maria del Fonte, a Caravaggio, è sempre stato tutelato e rispettato, tanto che nel corso degli anni il territorio circostante è stato considerato “area agricola di salvaguardia”. In alcune parti del territorio sono stati infatti posti vincoli urbanistici e paesaggistici che hanno consentito di preservare le aree agricole che per 600 anni hanno circondato il Santuario, diventando tutt’uno con esso. Anche il reticolo dei canali, alimentati dai fontanili, tipici della zona, ha caratterizzato l’area: il nome di S. Maria del Fonte evidenzia che l’apparizione della Madonna è avvenuta presso una sorgente che dava acqua alla terra e alle persone che vi lavoravano.
Tuttavia, da alcuni anni tale patrimonio è minacciato da iniziative e decisioni che sembrano non tener conto della rinnovata consapevolezza, fatta propria dal legislatore e dagli stessi cittadini, sui temi della tutela ambientale e paesaggistica, non considerando l’origine secolare di questo monumento e del territorio circostante.
Il riferimento, in particolare, è al progetto di realizzazione di un’ampia zona industriale nel Comune di Misano Gera d’Adda, nella quale potrebbe essere costruito un imponente polo logistico a soli 500 metri circa di distanza dal Santuario. Progetto che preoccupa vari soggetti, come dimostra il fatto che sabato 20 aprile, proprio a Caravaggio, farà tappa una manifestazione del Coordinamento “Salviamo il suolo”, che rappresenta un gruppo di associazioni, circoli, comitati e cittadini.
Il progetto di trasformazione di porzioni importanti del territorio in aree industriali o commerciali, sottraendole all’uso agricolo, riguarda in verità varie zone del territorio della Bassa Bergamasca ed aree limitrofe. Processo che negli ultimi anni ha portato il fenomeno del consumo di suolo a valori assai elevati, rispetto al quale assume un’importanza centrale il tema di un’efficace pianificazione, regolazione e controllo da parte delle Istituzioni competenti, in modo da armonizzare le diverse esigenze (produttive, abitative, ambientali e paesaggistiche) nella costante ricerca del bene comune.
Nel caso del Santuario di Caravaggio i nuovi insediamenti produttivi andrebbero a insistere su un territorio fragile e strettamente legato a un monumento che, rassicurante e maestoso, rappresenta un elemento costitutivo e caratterizzante dell’intera area. È opportuno tra l’altro ricordare che, in occasione dell’anniversario dell’apparizione della Vergine a Caravaggio, il 26 maggio dello scorso anno l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, a nome della Conferenza Episcopale Lombarda, ha annunciato il riconoscimento del Santuario S. Maria del Fonte quale Santuario regionale.
Si ricorda inoltre che, nel gennaio del 2022, Regione Lombardia e Conferenza Episcopale Lombarda sottoscrivevano un protocollo d’intesa per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali di interesse religioso. In questo documento si metteva in risalto l’impegno reciproco per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale dei beni di interesse religioso e la reciproca disponibilità a tutelare questo patrimonio. In conseguenza di ciò, veniva sancito l’impegno reciproco alla tutela, al recupero ed alla fruibilità dei tali beni.
Infine, giova sottolineare che la Costituzione italiana contiene l’impegno alla salvaguardia ambientale: l’articolo 9 prevede infatti che la Repubblica tuteli “l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Un impegno confermato dal Codice dei Beni Culturali (D. Leg.vo 42/2004) che si prefigge lo scopo di promuovere la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale come espressione della memoria di una comunità e dei suoi territori e nel contempo fattore di sviluppo degli stessi. Il Codice include tra i beni culturali quelli paesaggistici, che racchiudono i valori storici, culturali ed estetici di un territorio (art. 2).
Per tutti questi motivi riteniamo necessario che le Istituzioni si assumano la responsabilità di regolamentare questi fenomeni e assumano la tutela di realtà quali il Santuario S. Maria del Fonte e del suo territorio. Non solo tutela del monumento, ma anche dell’ambiente e del paesaggio che sono un tutt’uno con esso.