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Mercoledì 9 febbraio si è tenuta in Duomo l’assemblea del presbiterio mantovano, per discutere dei nuovi rapporti di collaborazione pastorale. Da diversi anni, infatti, non solo ai laici ma anche ai preti è stato chiesto di lavorare maggiormente insieme. Nel frattempo, però, si sono avviati dei cambiamenti sempre più evidenti nel presbiterio, non privi di conseguenze sul piano pastorale: la riduzione numerica del clero, l’innalzamento dell’età media e l’introduzione di nuove forme di interazione – si pensi, per esempio, all’istituzione delle unità pastorali – hanno comportato (e comportano) una ridefinizione, non priva di difficoltà e di sfide, del servizio che i presbiteri svolgono per le comunità. In questo contesto, l’assemblea è stata l’occasione per avviare la riflessione sullo stato attuale della collaborazione e sulle prospettive future per il ministero presbiterale – riflessione che non è certo una perdita di tempo, bensì una necessità imprescindibile. 

Dopo la preghiera iniziale, gli interventi di don Matteo Pinotti, delegato per la pastorale, e di don Libero Zilia, vicario generale, hanno introdotto il tema, presentando una panoramica del presbiterio e illustrando le tappe in cui si snoderà lo studio della situazione. In seguito l’ascolto di alcune esperienze di collaborazione, provenienti da diverse aree geografiche e di differente tipologia, ha offerto spunti preziosi per il confronto a piccoli gruppi. 

Quanto emerso sarà presto condiviso con tutti i preti, perché un maturo discernimento comunitario possa aiutare il vescovo nelle decisioni future.