DIALOGO INTERRELIGIOSO
Da parte del vescovo e della Chiesa mantovana
REDAZIONE
24 Marzo 2023
Pubblichiamo l'augurio da parte del vescovo Marco Busca per il mese di Ramadan.
Siamo tutti invitati a leggere e a portare questo messaggio alle persone islamiche che conosciamo, per farci vicini alla loro esperienza religiosa e maturare un dialogo per la costruzione di una società fraterna, come suggerisce l'enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco:
«Le diverse religioni, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società. Il dialogo tra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia, cortesia o tolleranza. Come hanno insegnato i Vescovi dell’India, "l’obiettivo del dialogo è stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di verità e amore"».
(Fratelli tutti 271)
A tutti voi che abitate sul territorio mantovano e con cui condividiamo parecchie occasioni della vita quotidiana, dall’ambito lavorativo a quello scolastico, dalla vita pubblica a quella privata.
Se l’accoglienza di ciò che non conosciamo talvolta spaventa, sappiamo che appena si ha il dono o ci si sforza di sperimentare in maniera meno superficiale momenti di vera conoscenza e condivisione accresce di conseguenza il dialogo e il senso di fratellanza che ci unisce.
Quest’anno siamo ancor più uniti perché islamici e cristiani cattolici condividono nel medesimo periodo il tempo più forte dedicato al digiuno, alla preghiera e alla carità che per voi si chiama Ramadan, mentre per noi si chiama Quaresima: due nomi diversi per indicare pratiche simili per purificarsi, seguire la via di Dio e aiutare chi è più in difficoltà. Condividiamo infatti anche una attenzione particolare, a cui ci richiamano sempre il nostro Papa Francesco e senz’altro tutti i vostri Imam, per le situazioni di maggiore vulnerabilità che abitano la nostra comunità: indipendentemente dalla religione professata, avvicinarsi a Dio comporta sempre anche una disponibilità a farsi più prossimi nei confronti di chi versa in condizioni di povertà.
In mezzo a tante situazioni in cui ci ritroviamo purtroppo divisi in base alle etnie, alle religioni o alle appartenenze politiche, noi persone di fede siamo chiamate tutte insieme a dare l’esempio e a trovare quei punti comuni capaci di unire il genere umano in un’unica famiglia. Tutto ha origine dal nostro atteggiamento gli uni verso gli altri: se invece di percepire le differenze come una minaccia le accogliamo come una ricchezza reciproca, aumenta giorno dopo giorno il desiderio di scambiarci più possibile quel bagaglio di valori, conoscenze e tradizioni di cui tutti siamo portatori. Ogni volta che qualcuno non considera la propria identità un tesoro da difendere gelosamente, ma una risorsa da mettere a disposizione che si moltiplica a contatto con l’altro, nascono concretamente tra le nostre case e sulle strade dei nostri paesi grandi storie d’amicizia e d’amore anche tra persone di fede diversa.
I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l'intero genere umano su tutta la faccia della terra hanno anche un solo fine ultimo, Dio, la cui Provvidenza, le cui testimonianze di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti finché gli eletti saranno riuniti nella città santa, che la gloria di Dio illuminerà e dove le genti cammineranno nella sua luce. (Dichiarazione sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane Nostra Aetate N.1)
Possiamo concorrere insieme a contrastare la cultura dell’odio anche attraverso l’educazione delle nostre nuove generazioni ai grandi temi della pace, della giustizia, della solidarietà, del riconoscimento reciproco, di una mentalità che rigetta le chiusure e le discriminazioni e fa sentire che tutti siamo artigiani della casa comune, come sta facendo Agorà delle Religioni di Mantova.
Voglio augurare a tutti voi di vivere con impegno Ramadan, lo auguro in particolare ai giovani immigrati Pakistani che ho avuto modo di incontrare nei giorni scorsi e di ascoltare le loro preoccupazioni e i loro sogni. Incontriamoci camminando sui sentieri del digiuno e della preghiera che migliorano le nostre persone, le rendono più forti nel bene, più obbedienti alla voce di Dio e all’aiuto fraterno.
L’Onnipotente, il Compassionevole, il Custode, la Pace benedica le vostre vite.
il vescovo Marco Busca insieme ai cristiani cattolici della Diocesi di Mantova