Natale 2025
Gli auguri del vescovo Marco
Marco Busca
24 Dicembre 2025
Questo è un augurio riservato ai cristiani, non perché il Natale sia di loro esclusiva proprietà, ma per il fatto che sono dei battezzati. La differenza sostanziale è che un cristiano non sta davanti al Cristo, ma dentro il Cristo, come parte del suo corpo.
I cristiani possono vivere il Natale intero, colto nel suo significato religioso ed umano. Ai battezzati è concesso il “privilegio” – o meglio la “grazia” – di incontrare Gesù nella fede e nella misteriosa intimità sacramentale della Messa. A tutti gli uomini è concessa la possibilità di incontrare Cristo in coloro che di Cristo sono il simbolo e lo stimolo a donare amore: il prossimo, i familiari, in modo speciale i più piccoli, i fragili e i sofferenti.
Sono questi due incontri, religioso l’uno, umano l’altro, che rendono davvero “intero” il Natale.
Possiamo “ridurre” il Natale a metà accontentandoci di ricevere solo i benefici del suo risvolto umano. Come è possibile che questo avvenga in coloro che di Cristo portano il nome?
Il Cristo vivente sotto il segno del Pane eucaristico è il Cristo nel suo modo di essere più amate e invitante: “Beati gli invitati al banchetto di nozze del Re”. Sì, il suo cuore è in uno stato desiderante. Dio ci desidera ed escogita le forme più delicate per attirarci e unirci a sé, fino a rimpicciolirsi e rendersi accessibile in una briciola di Pane consacrato. Questo è il Cristo della vita nascosta. Il suo cuore è lì nell’Eucaristia che brucia di amore per noi, ma come “nascosto” a salvaguardia della nostra libertà.
La potenza eucaristica di Gesù rimane sconosciuta anche a coloro in mezzo ai quali è presente: i “suoi”, i battezzati, le membra del suo corpo. La Messa patisce per mancanza di quella fede profonda che riconosce nei riti la sua Presenza e si apre al desiderio di Cristo di donarci l’Amore che circola tra Lui e il Padre. Certo, lo Spirito ci comunica Cristo anche oltre i riti, ma per un battezzato quel mandato “Fate questo in memoria di me… Prendete il mio corpo dato per voi” è molto più che un “precetto festivo”. Il segreto non è andare a Messa per sentirsi bravi, ma per essere partecipi del Cristo che ci invita e ci attrae a sé. Con gli occhi del cuore risvegliati dalla fede intuiamo il Cristo nascosto sotto le specie del pane.
L’incontro umano con Cristo appare, a prima vista, più facile. Bastano gli occhi del corpo per vedere il Cristo sotto le specie del bisognoso, ma non è detto che sia sempre così. Il Cristo che chiede aiuto e amore nel compagno di umanità può incontrare la nostra freddezza e indifferenza. Penso, inoltre, che se un cristiano si rapporta solo al Cristo che chiede amore nel fratello senza incontrare Cristo che si dona all’altare, alla fine si trova povero di quell’amore che si sente come “costretto” a dare agli altri per dovere. Solo all’esperienza di sentirsi amato corrisponde lo slancio di un cuore amante.
In questo Natale “intero” rendi felice Dio accogliendolo “sotto le specie eucaristiche” e riconoscendolo “sotto le specie umane del fratello”. Per vivere la prima metà non occorre scegliere una Messa con gli effetti speciali, la degustazione di un rito soddisfacente ai palati raffinati. Va bene una Messa “semplice” (non banale), una “bella Messa” perché lascia trasparire Cristo nascosto nel sacramento e ricevuto da un cuore umile, pentito, desideroso di comunione. Per vivere, poi, la seconda metà del Natale basta tirar fuori dal nascondimento i nomi di alcune persone che oggi potrebbero vivere un Natale intero anche grazie al tuo saluto, al tuo augurio, al tuo perdono, a un tuo abbraccio, alla tua preghiera per loro.
Buon Natale “intero”!
+ vescovo Marco