CARITÀ E GIUSTIZIA
Rapporto sulle attività svolte nel 2022 dalla rete dei servizi della Caritas diocesana
REDAZIONE
26 Giugno 2023
Venerdì 23 giugno 2023 presso Comunità Mamrè - a Mottella di San Giorgio Bigarello - si è svolta la presentazione dei dati dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas mantovana. È stato illustrato il rapporto "Cantieri di speranza", relativo alle persone incontrate e ai servizi erogati dalla rete diocesana dei Centri di Ascolto e dai servizi di accoglienza residenziale dell’Associazione Abramo nel corso dell’anno 2022.
Sono intervenuti il vescovo mons. Marco Busca, il direttore della Caritas diocesana, Matteo Amati, e il responsabile dell'Osservatorio delle Povertà e delle Risorse, Davide Boldrini.
Il prezioso lavoro svolto dall’Osservatorio vuole essere uno strumento per interpretare la situazione della povertà sul territorio mantovano e incentivare il confronto tra Istituzioni ed Enti ecclesiali nel ricercare strumenti sempre più opportuni per rispondere alle fragilità del tempo di oggi.
Nel corso del 2022 la rete dei servizi caritativi della Chiesa mantovana ha visto un incremento complessivo del 20% dell’utenza rispetto al 2021. In alcune zone, ad esempio attorno alla città, tale incremento ha raggiunto il 30%: un’impennata decisamente importante che si è realizzata in un solo anno. Nel loro complesso sono 3.394 le situazioni (persone e famiglie) che si sono avvicinate ai servizi della Chiesa mantovana, per un totale di poco meno di 11mila persone raggiunte, di cui 2.300 italiani e 8.700 stranieri, in rappresentanza del 2,7% dell’intera popolazione provinciale e del 2% dei nuclei famigliari residenti.
Rispetto ai richiedenti (ovvero a coloro che si rivolgono agli sportelli dei centri Caritas), il 26,8% sono italiani e il 73,2% sono stranieri. Il 37,5% sono nuovi contatti, ovvero persone che non si erano mai rivolte alla rete Caritas in passato. Rispetto ai nuovi arrivi, si osserva una forte presenza di cittadini dall’Ucraina e dal Pakistan. Questi ultimi rappresentano i due fenomeni migratori, molto diversi fra loro, che hanno caratterizzato le attività del 2022 e mobilitato una catena di solidarietà nella comunità civile ed ecclesiale: le emergenze degli arrivi di migliaia di profughi in fuga dalla guerra di invasione russa in Ucraina e il consolidarsi, in modo imprevisto ed impetuoso, del flusso di richiedenti asilo dalla cosiddetta “rotta balcanica” composto prevalentemente da migranti pakistani (e in misura minore, afgani).
Queste due emergenze hanno gravato molto sul comune capoluogo, e la cooperazione tra i servizi Caritas e del terzo settore e quelli del Comune di Mantova si è stretta nella ricerca di soluzioni ai tanti problemi che emergevano. Il capoluogo è provvisto della maggior parte dei servizi che possono intervenire in queste situazioni, ma non può e non deve essere lasciato solo a gestire l’urto di ogni emergenza. Occorre che scatti quella solidarietà tra istituzioni e tra i comuni affinché nella programmazione delle risposte territoriali si irrobustiscano i servizi di accoglienza, nella logica di una accoglienza diffusa capace di generare percorsi di inclusione sociale. Lo Stato ha beneficiato e sta beneficiando di questa riserva di civismo e di solidarietà sociale che nel territorio si è espressa, ma deve porsi anche l’obiettivo di sostenere e accompagnare questi percorsi di accoglienza facilitando e valorizzando le espressioni di solidarietà con adeguati strumenti e sostegni.
Nel corso del 2022 sono cresciute molto le situazioni di grave emarginazione degli adulti, raddoppiando in un anno dal 7% a quasi il 14%. Da qualche tempo si sta osservando una ripresa di questi fenomeni, che si collocano prevalentemente attorno alla città di Mantova.
Si rileva una criticità legata alla mancanza di una comunità di accoglienza per adulti in condizioni di grave emarginazione sociale o forme effettive di housing first. L’implementazione di questi servizi potrebbe togliere pressione sul dormitorio e sui servizi di emergenza e bassa soglia, favorendo il turnover e agendo in modo che si eviti il rischio di cronicizzare le persone nei primi stadi di accoglienza.
Nel 2022 la rete dei servizi caritativi ha distribuito aiuti a famiglie in condizione di difficoltà economica per oltre 160mila euro. Circa 130mila euro in aiuti senza previsione di restituzione, e oltre 30mila euro in progetti di microcredito sociale, che hanno coinvolto anche giovani sotto i 30 anni. Gli interventi sono andati a sostenere le spese per il mantenimento dell’abitazione e della frequenza al lavoro, per aprire opportunità di formazione, per garantire l’accesso alle cure della salute e, soprattutto, per sostenere i percorsi scolastici di tante giovani e giovani in famiglie in difficoltà economiche.
L’intervento nell’ambito della continuità dei percorsi scolastici ed educativi rappresenta una vera e propria frontiera dell’azione dei centri Caritas, per assicurare ai giovani la possibilità di sviluppare tutto il loro potenziale e diminuire il rischio di essere attratti nella spirale della povertà delle loro famiglie.
Negli ultimi anni sempre più persone e famiglie si trovano in condizioni di sovraindebitamento. Ormai uno ogni due nuovi accessi ai servizi di aiuto economico coinvolge nuclei in questa difficile condizione. Si tratta prevalentemente di nuclei italiani, e tra di essi un numero significativo è composto da persone sole in età anziana, che ricorrono all’indebitamento per permettersi il mantenimento di una vita autonoma, per l’accesso alle cure o per il mantenimento dell’abitazione. Si tratta di un profilo che da qualche tempo stiamo rilevando e che desta molta preoccupazione e interpella sulla necessità di adottare nuove strategie e forme di intervento.
L’accesso all’alloggio è una vera e propria emergenza sociale. Nel mercato della locazione privata, l’unico realmente accessibile data la penuria di politiche pubbliche di edilizia sociale, è sempre più difficile corrispondere ai requisiti per poter sottoscrivere un contratto. I proprietari di alloggi cercano infatti di locare i loro beni a persone che possano prestare garanzia di un regolare pagamento dell’affitto. Ma il lavoro, sempre più precario, mobile e discontinuo, e spesso sottopagato, non riesce più a rappresentare una garanzia di autonomia, e pertanto per molte famiglie l’accesso all’abitazione costituisce quasi un miraggio. Sui temi dell’accesso all’alloggio e al lavoro la rete Caritas, anche in collaborazione con altri soggetti istituzionali e privati del territorio, sta sviluppando esperienze e progettualità per la definizione di modelli di azione che possano favorire sia l’accesso all’abitazione, sia l’accesso al mondo del lavoro per le categorie più vulnerabili.
In allegato la versione integrale del Report