SETTIMANA SANTA
Il vescovo riceve l'olio di Capaci e consegna la Carta di Firenze
REDAZIONE
04 Aprile 2023
Lunedì 3 aprile 2023, in occasione della celebrazione della Santa Messa per il Precetto Pasquale per gli appartenenti alle Forze Armate e alle Forze di Polizia della provincia, presieduta dal vescovo nel Duomo di Mantova, si sono svolti due importanti gesti simbolici.
Il questore Giannina Roatta ha consegnato al vescovo Marco Busca un’ampolla di olio prodotto dagli ulivi piantati a Capaci - proprio nel luogo dove 31 anni fa avvenne l’attentato in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, con la moglie e tre agenti della scorta - dove ora sorge il “Giardino della Memoria”.
L’iniziativa, promossa dalla Polizia di Stato d’intesa con la CEI, prevede la consegna in tutte le Diocesi d’Italia dell’olio, che verrà consacrato dal vescovo durante la Messa Crismale del Giovedì Santo, e usato quindi nel corso dell’anno per amministrare i sacramenti. L’auspicio è che quest’olio - ha affermato il vescovo - possa diffondere “un profumo di pace, di legalità, di giustizia, di purificazione della memoria”.
Nella stessa occasione il vescovo Busca ha consegnato al prefetto Gerlando Iorio, al presidente della Provincia Carlo Bottani e al presidente del Consiglio comunale di Mantova, Massimo Allegretti, una copia della Carta di Firenze, un documento firmato da vescovi e sindaci del Mediterraneo nel febbraio 2022, che raccoglie l’eredità di Giorgio La Pira, in cui si manifesta la volontà di attuare programmi a favore del dialogo interculturale e interreligioso, dello sviluppo economico e sociale sostenibile, di percorsi di pace.
«Al termine della celebrazione compiremo due gesti che ben esprimono e quasi “materializzano” il messaggio evangelico odierno. Il primo è la consegna da parte del signor Questore di una bottiglia di olio prodotto con il frutto delle piante di ulivo del “Giardino della Memoria” di Capaci: è un dono fatto alle diocesi italiane, che verrà utilizzato per la consacrazione degli oli durante la Messa crismale del giovedì santo. Il frutto dell’olivo nato in una terra bagnata dal sangue si trasforma così in profumo di pace, di legalità, di giustizia, di guarigione della memoria dall’odio e dalla vendetta. È questo un profumo che vogliamo si diffonda in tutto il nostro Paese, così come l’aroma dell’olio versato dalla donna sui piedi di Gesù si diffuse in tutta la casa di Betania.
Con il secondo gesto, invece, sarò io a consegnare la Carta di Firenze 2022 al Prefetto della Repubblica, al presidente della Provincia e al rappresentante del Comune di Mantova. Si tratta della dichiarazione firmata da alcuni vescovi e sindaci delle città che si affacciano sul Mediterraneo, convenuti a Firenze nel febbraio dello scorso anno per un dialogo ispirato all’eredità di Giorgio La Pira, il sindaco di Firenze che già negli anni Cinquanta promuoveva il dialogo interculturale e interreligioso tra le città, in particolare tra quelle che si affacciano sul nostro mare. La Conferenza Episcopale Italiana ha pubblicato ufficialmente questo documento, affidando ai vescovi diocesani l’iniziativa di consegnarlo alle massime autorità civili del loro territorio. Approfitto, quindi, dell’appuntamento odierno che vede convergere i rappresentati delle istituzioni cittadine e provinciali, delle forze militari e di polizia e delle associazioni preposte alla sicurezza per consegnare questa carta di intenti. In questa dichiarazione comune i rappresentanti delle istituzioni civili e religiose di diversi Paesi esprimono la consapevolezza che il Mediterraneo è stato storicamente il crocevia delle culture europee e dell’Asia occidentale, dell’emisfero settentrionale e di quello meridionale, e che può ricoprire tuttora un ruolo cruciale per la pace e lo sviluppo delle nazioni attraverso la cooperazione tra le sue città e le sue comunità religiose.
La Pasqua di Cristo ci aiuti a sognare e a lavorare per un mondo in cui il profumo della pace, della cooperazione tra i popoli, della forza dei legami sia antidoto alle ideologie che diffondono il cattivo odore della logica meschina del calcolo, che moltiplica discriminazione, odio, conflitti, isolamento, ingiustizie e abbrutisce la casa comune che il Creatore ha donato con sovrabbondanza di generosità perché sia il Giardino della Pace. A tutti noi il compito di custodirlo e farlo rinascere dopo ogni sfregio provocato dal male».