storia di viaggio
Un Paese con radici molto antiche ma proiettato nella modernità
Mariagrazia Sarzi Puttini
06 Novembre 2025
Confrontare Mantova con una qualsiasi città cinese è una barzelletta: la nostra guida nazionale ci ha detto che un aggregato di 50.000 abitanti non è neppure da considerarsi “città”! Tutti abbiamo letto che la Cina conta all’incirca un miliardo e mezzo di persone, ma toccare con mano che le città hanno più o meno dai 20 ai 23 milioni di abitanti mi ha fatta sentire piccola.
Ridimensionare la nostra supponenza di essere grandi per la storia che ci ha preceduto (per noi mantovani penso ai Gonzaga, per tutti gli europei ai Romani e ai Greci, e poi alla diffusione del Cristianesimo) è necessario, se si vuol capire con chi si ha a che fare. Lo aveva capito anche Marco Polo, che aveva ammirato le doti di Kublai Kan: diplomazia, spietatezza e sincretismo religioso.
Mi pare di capire che, a distanza di secoli e di esperienze politiche, queste caratteristiche sono profondamente introiettate nei cinesi. Forse è per questo che Matteo Ricci, gesuita colto, matematico, cartografo e sinologo, apprezzò così tanto la Cina nel 1500. Vide lì un terreno fertile per insegnare la geometria euclidea, la geografia, l’astronomia.
Ma, molto importante, introdusse elementi di Cristianesimo, tuttora presente anche se in piccole comunità. L’intervento di questo intelligente gesuita fu cauto, sobrio, molto rispettoso della cultura locale, a tal punto da essere nominato Mandarino. Amò così tanto la Cina da morirci, ed è sepolto a Pechino.
Shang-hai: antico e moderno convivono, grattacieli spettacolari e piccoli parchi curatissimi popolati di anziani che fanno il Tai-chi o danzano tra di loro.
Suzhou, con un nascostissimo Giardino del Maestro delle Reti (nella casa del quale abbiamo toccato con mano il rapporto tra il dentro e il fuori, con piccoli spazi di acqua e alberi centenari che creano un’atmosfera di raccoglimento e riflessione) e la Collina della Tigre, dove abbiamo conosciuto gruppi numerosi di ragazzini festanti in gita scolastica.
Zhujiajiao (nome difficilissimo) la graziosissima città sull’acqua.
Xi’an, con la Pagoda della Grande Oca Selvatica che ospita meravigliosi budda e qualche monaco (viene voglia di fermarsi a pregare…)
Lintong, con il suo preziosissimo e sterminato esercito di terracotta che richiama fino ad un milione di turisti al giorno (difficile abituarsi a questi numeri)
Pechino con le sue vistose e fastose tracce imperiali, soprattutto delle ultime due dinastie. Ma anche con Piazza Tienanmen, che i più anziani di noi conoscono per la rivoluzione degli studenti, costata la via a uno di loro che ha coraggiosamente sfidato un carro armato.
Infine vorrei spendere una parola sul sincretismo religioso in Cina: confucianesimo, taoismo, buddismo e cristianesimo, tra alterne vicende, dialogano in un paese così grande, che a volte le ha ripudiate e spesso tollerate.
I templi buddisti sono tuttora affascinanti e ben conservati, anche la chiesa cattolica che abbiamo conosciuto a Pechino è curata e accogliente.
Per chiudere, si tratta di un paese in vistosa crescita, che sgomita per crescere e migliorare, che ha visto già molti cambiamenti dalle vecchie alle nuove generazioni e non vuole fermarsi.