Conferenza Episcopale Lombarda
Indicazioni liturgiche e pastorali su come accompagnare il momento della morte e della sepoltura dei battezzati
04 Novembre 2025
Domenica 2 novembre, nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti al Cimitero monumentale di Mantova, il vescovo Marco Busca nella sua omelia ha presentato la Nota recentemente pubblicata dalla Conferenza Episcopale Lombarda, dal titolo Credo la risurrezione della carne e la vita eterna, che contiene indicazioni liturgiche e pastorali su come accompagnare il momento della morte e della sepoltura dei battezzati, nella fede pasquale della Chiesa, in particolare a proposito delle prassi post cremazione.
Il documento - che si rivolge alle comunità cristiane, ai pastori, ai ministri - nasce dalla volontà dei Vescovi lombardi di «contrastare il sequestro dei morti, onorare la dignità dei resti mortali, confermare l’appartenenza dei morti alla comunione dei santi» oltre a «rinnovare l’annuncio della speranza anche nel modo di vivere i riti funebri come liturgia pasquale e nella prassi post cremazione», come scrive nella prefazione il metropolita, mons. Mario Delpini.
«In questo nostro tempo molte esperienze hanno perduto l’alfabeto cristiano» ha spiegato il vescovo Marco nella sua omelia. «Per questo, è necessario evangelizzare la vita umana, la sua dignità e preziosità, ma è pure urgente rievangelizzare l’esperienza del morire cristiano. La ricorrenza odierna ci stimola a porci alcune domande fondamentali: come si muore da cristiani? Come si mantiene vivo il legame con i defunti? Quali forme liturgiche la Chiesa ci consegna per un approccio cristiano all’esperienza del morire? […]
Come vescovi delle diocesi lombarde, in concomitanza con questi giorni dedicati alla commemorazione dei defunti e alla visita dei cimiteri, abbiamo indirizzato ai fedeli un documento che aiuta a riflettere sul modo più opportuno per un cristiano di affrontare la propria morte e quella dei propri cari. Anche nel modo di vivere i riti funebri come liturgia pasquale i cristiani testimoniano che la morte non rappresenta una perdita o una scomparsa, ma costituisce il passaggio definitivo da questo mondo al Padre, in vista del compimento definitivo e pieno della vita di ciascuno e dell’universo intero, nell’attesa del giorno ultimo in cui tutti i morti risorgeranno».
Partendo dai presupposti che «il corpo del cristiano è degno di onore, in quanto è stato “toccato sacramentalmente” da Cristo stesso nelle unzioni del Battesimo, della Confermazione, dell’olio degli infermi ed eventualmente dell’ordine sacro […] ed è stato nutrito con il pane della vita, la santa Eucaristia» e che «i cimiteri sono luoghi di culto e di pellegrinaggio, espressione positiva della memoria e del riconoscimento della dignità personale dei defunti, nonché luoghi di annuncio della speranza cristiana nella risurrezione», i Vescovi confermano che la tradizione cristiana continua a prediligere la sepoltura dei corpi, pur rispettando l’opzione dei fedeli che scelgono la cremazione per motivi non contrari alla fede; in quest’ultimo caso però incoraggiano la deposizione dell’urna contenente ceneri nei cimiteri, o in altri spazi preposti dall'autorità ecclesiastica, in quanto luoghi adatti alla memoria e alla preghiera comunitaria, poiché i cristiani «sentono l’appartenenza della persona alla comunità come un vincolo che prosegue oltre la morte. È questa una valenza “sociale” della memoria dei defunti, che è di assoluto rilievo anche a prescindere dalle motivazioni di fede».
Di seguito riportiamo il documento della Conferenza Episcopale Lombarda e il testo integrale dell’omelia del vescovo Marco.