Notizie

"SINERGIE"

Crisi energetica e crisi delle energie sociali

Un commento alla Lettera pastorale del vescovo Marco

DI ILDEBRANDO VOLPI

17 Aprile 2023

Mi sembra di trovare il punto focale attorno al quale si svolge la Lettera Pastorale del Vescovo Marco nell’esigenza dettata dalla necessità di un cambio di paradigma. La difficoltà ad entrare in una nuova visione del mondo viene descritta in modo sorprendente. Si rifiutano le facili alternative, le soluzioni di comodo, gli imperativi categorici troppo facili da pronunciare. La realtà, sembra dirci il Vescovo, è più complessa. La condanna sommaria rischia di essere dannosa. Bisogna essere attenti e prudenti per comprendere la realtà umana. Anche su questo punto il linguaggio del nostro Vescovo ci sorprende, per la scelta dei termini tratti dalle scienze della terra e applicati all’esistenza, che viene così spiegata in termini di energia

Questo linguaggio ci fa entrare già da subito nel nuovo paradigma, abbandonando uno spiritualismo di maniera e un po’ sterile che spesso ingolfa il pensiero, fermandosi alle buone intenzioni.

Tuttavia è proprio dalle intenzioni che bisogna partire: «È necessario un “ingrediente umano” e comportamentale: la responsabilità e la sobrietà» (18). Come risulta nocivo un certo volontarismo, così bisogna dire chiaramente che non basta il cambiamento strutturale. Dobbiamo rinnovare le coscienze secondo il modello della sobrietà. Ma non vogliamo cambiare l’uomo, solo ritornare alla sua vocazione originaria. L’homo consumens che ha imperato fino ad ora deve essere ricondotto al gesto umano originario che lega il consumare al generare.

La descrizione di questo gesto autenticamente umano esce dalla pura esortazione per trasformarsi nella proposta concreta delle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili). Le CER non rappresentano solamente una cellula economica di autoproduzione e consumo. Si tratta, mi sembra, di dare nuova linfa alla società attraverso l’energia sociale sprigionata da queste comunità. La crisi energetica è la crisi delle energie sociali. Energie non in senso quantitativo ma qualitativo, energie che mettono in gioco la qualità e la creatività dell’impegno, non certo energie distruttive «sprecate al solo scopo di attaccare l’avversario, quasi che l’obiettivo fosse la demolizione di quanto deciso e costruito da chi è venuto prima» (32); non i soggetti “energivori” (34) che possono diventare anche le nostre parrocchie quando bruciano le energie di chi cerca di impegnarsi. Non cerchiamo il mito dell’eccellenza di Marta, ma il valore dell’eccellenza di Maria. La crisi delle vocazioni diventa in questo senso un’occasione di fare un “passo avanti”. 

Non spaventiamoci, sembra dire il nostro Vescovo, dei mutamenti, fuori e dentro la Chiesa, ai quali assisteremo nei prossimi anni.

Condividi: