Giovani e solidarietà
L'estate di Giovanni in un centro per bambini con disabilità
30 Giugno 2025
Giovanni Delmenico, 21 anni, della parrocchia di Guidizzolo, racconta la sua esperienza di servizio al centro per ragazzi disabili a Brezovica, coordinato dalla Caritas di Zagabria.
La sua esperienza si inserisce nel progetto “Giovani in Servizio”, attraverso cui la Caritas mantovana propone attività di volontariato a servizio dei più fragili o in terra di missione, organizzato anche per questa estate.
Due anni fa mi è stato proposto di fare un’esperienza di servizio in un centro per ragazzi disabili a Brezovica (Zagabria - Croazia) che ospita bambini di età compresa tra i 2 e i 18 anni con diversi tipi di disabilità.
Inizialmente ero partito molto carico all’idea di trascorrere una settimana all’estero insieme ai miei amici, quasi non davo molto peso a ciò che in realtà stavamo andando a fare. Questo mio entusiasmo iniziale è vacillato all’arrivo presso la struttura quando, dopo essere stati accolti da un’interprete e dalla responsabile del centro, ci hanno fatto fare un primo giro per le stanze dei ragazzi: odori forti e sgradevoli, versi strani, bambini con disabilità gravi in condizioni igieniche impegnative. In quel momento ricordo di aver perso il sorriso, e ricordo ancora meglio di aver pensato alla settimana intera che avrei dovuto trascorrere in quel luogo così estraneo a me. Non mi sentivo adatto. Era un contesto troppo lontano dalla mia via quotidiana.
Però ormai ero lì, a centinaia di chilometri da casa, e non potevo tirarmi indietro. E soprattutto dentro di me è scattato qualcosa: non volevo farmi vedere da quei ragazzi, che di sofferenze ne avevano già passate abbastanza (e purtroppo ne passeranno ancora), come una persona che si faceva problemi a stare con loro o che non si sentiva a suo agio; volevo essere per loro quell’amico che li faceva svagare e divertire per un paio d’ore, che non li facesse sentire in difetto per la loro condizione di disabilità; volevo semplicemente provare a strappare loro dei sorrisi e dei momenti di spensieratezza. Tutto questo a me sembrava molto poco, ma è proprio ciò che fa sperimentare a questi ragazzi la gioia di vivere la vita che è stata loro donata.
Sono tornato di nuovo l’anno dopo. Ogni volta che vado a Brezovica rafforzo la consapevolezza di essere così fortunato per la vita che ho, ma, dall’altro lato, mi sale sempre un velo di tristezza perché so che questi ragazzi non proveranno mai la gioia di fare una corsa all’aria aperta, di fare sport, di uscire con gli amici, e mille altre gioie di cui la nostra vita è piena e che spesso diamo per scontate.
Grazie a questa esperienza ho capito quanto siano importanti i piccoli gesti a cui la maggior parte delle volte non diamo peso: uno sguardo di affetto, una carezza, un sorriso, un’espressione stupida, un balletto scoordinato, e tante altre cose che a noi non costano niente, ma possono far sentire vivi, felici e spensierati chi li riceve, in questo caso questi ragazzi, che probabilmente nella loro vita non hanno molte occasioni per esserlo.
È un’esperienza forte, che consiglio a chiunque sia disposto a mettersi in gioco senza paura di essere giudicato, e a chiunque sia disposto a far cadere quelle “maschere” che spesso ci mettiamo nella nostra vita quotidiana per apparire diversi da quello che in realtà siamo.
Grazie a questa esperienza sento di essere diventato più responsabile, so che a centinaia di chilometri da me ho dei fratelli croati, molto speciali, che si ricordano di me e che mi aspettano, grazie ai quali ho vissuto e vivrò esperienze che non dimenticherò mai e che mi hanno fatto diventare la persona che sono oggi. Grazie a loro ho capito che persona voglio diventare nella vita, quale esempio voglio essere per tutte le persone con cui entrerò in contatto, e per questo non smetterò mai di essere grato a chi mi ha dato l’opportunità di vivere questa esperienza e di incontrarli!