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Guido e Marco diventano diaconi

L'ordinazione dei due seminaristi avverrà nelle comunità in cui prestano servizio

09 Settembre 2024

Guido Belli e Marco Zenesini sono due giovani della nostra diocesi che stanno vivendo il cammino del Seminario per diventare sacerdoti. Dopo il lettorato e l'accolitato, diventare diaconi è una tappa fondamentale del loro percorso.

Guido e Marco riceveranno l'ordinazione diaconale in due cerimonie distinte, che saranno celebrate nelle comunità in cui prestano servizio in questo momento:

  • a San Giorgio per Guido, sabato 28 settembre alle 21, in occasione dell'apertura dell'anno pastorale dell'UP della Visitazione;
  • a Montanara per Marco, domenica 8 dicembre, in occasione della benedizione del nuovo oratorio a servizio dell'UP di Curtatone.

Conosciamo meglio i futuri diaconi attraverso due brevi interviste.

Guido Belli

“Per quanta strada c’è da fare, amerai il finale”: con questa frase – tratta da una nota canzone – gli amici più stretti hanno accompagnato il mio ingresso in Seminario. Ricordo che, con quel pizzico di ironia che li contraddistingue, scrissero la frase su uno striscione, che poi appesero fuori dalla chiesa della mia Parrocchia di origine, Castel Goffredo (…aggiungendo anche “Papa subito!”). Era il loro modo di manifestarmi affetto e sostegno e di darmi il coraggio di affrontare un cammino che si prospettava impegnativo, perché i miei amici conoscevano bene le fatiche che ci stavano dietro.

Era domenica 16 settembre 2018 e avevo 32 anni. Prima di allora la mia vita era occupata in “altro”, o forse “da altro”. Dopo il liceo scientifico, che ho frequentato un po’ di malavoglia, ho scoperto la passione per lo studio e, attraverso di essa, ho potuto realizzare un desiderio che avevo sin da bambino, quello di mettermi dalla parte dei deboli, di chi aveva bisogno di essere difeso, di chi necessitava di sostegno per far valere le proprie ragioni. E così mi sono iscritto all’Università di Bologna, la dotta culla del diritto, dove mi sono laureato nel 2011 e dove ho proseguito gli studi conseguendo il Dottorato di ricerca nel 2015. Nel frattempo sono diventato avvocato e ho esercitato la professione.

Il mio sogno di stare dalla parte della giustizia si era realizzato, eppure, più passavano gli anni più sentivo che in me si faceva strada una “sete” diversa, un desiderio più profondo. Sembra assurdo e incomprensibile (e per molto tempo lo è stato): avevo tutto quello che desideravo, eppure mancava qualcosa. Pian piano mi accorsi che mancava qualcuno nella mia vita. Mancava Dio e, insieme a lui, mancava il mio vero io. Da bambino e da adolescente avevo frequentato la parrocchia, ma poi in età giovanile, come accade spesso, me ne ero allontanato. Eppure, rimaneva impresso in me il ricordo delle esperienze belle vissute, specie di quelle dove mi ero messo a servizio dell’altro, con umiltà e disponibilità e anche con una comprensibile ingenuità. Quelle esperienze che ritornavano alla mente avevano qualcosa da dirmi, qualcosa da dire su di me, sulla mia identità, sul senso della mia vita.

E torno così a quella domenica 16 settembre 2018: avevo scoperto il Signore, lo avevo scoperto da sempre presente nella mia vita, sebbene per molto tempo non l’avessi riconosciuto. Dopo un accurato discernimento, sentivo che, sì, il mio desiderio aveva a che fare con la giustizia, ma era di un altro ordine. Era la giustizia di Dio, che chiama l’uomo alla solidarietà responsabile e alla condivisione fraterna verso chi è piccolo, emarginato, debole, prigioniero, indifeso.

Il cammino in seminario è stato lungo e faticoso, perché non è facile voltare le spalle alle proprie certezze, per quanto insoddisfacenti. Ma in quegli anni ho imparato a conoscere il Signore, a sentirmi amato e chiamato alla vita, a una vita piena che vale davvero la pena di essere vissuta ogni giorno, in ogni istante.

Sono grato al Signore per i compagni di cammino che ha messo sulla mia strada, per le comunità nelle quali mi ha dato la grazia di formarmi e di muovere i primi passi nel servizio ministeriale (Castel Goffredo, Canneto, Acquanegra e Mosio) e per quella che mi accoglie nel ministero ordinato (San Giorgio Bigarello) e, già da ora, per quelle che verranno in futuro.

Per i prossimi tre anni continuerò anche la mia formazione specialistica andando a Venezia a frequentare la licenza in Diritto Canonico.

Ora posso confermarlo, e lo faccio rivolgendomi specialmente ai giovani: per quanta strada c’è da fare, amerai il finale!

Marco Zenesini

Il tempo corre veloce e non mi sembra vero di essere arrivato quasi alla fine di un percorso e all’inizio di un nuovo cammino che si spalanca davanti. Sono stati anni di grazia e di doni inattesi e soprattutto immeritati. Anni fatti di relazioni, conoscenze, studi che hanno approfondito la mia fede, momenti di solitudine, di incomprensioni, arrabbiature, di frustrazione, a volte, ma anche di gioie incalcolabili, di cui ringrazio sempre nostro Signore.

Se ripenso agli anni prima del Seminario mi sembrava impensabile e inimmaginabile la strada che ora sto percorrendo. La strada per il sacerdozio era lontana dai miei orizzonti, anche se ho sempre vissuto in una canonica nella parrocchia di Villagrossa, figlio dei custodi della chiesa, Nelso e Monica, quarto di cinque fratelli. Sono loro, i miei genitori, i primi che mi hanno avvicinato all’incontro con il Signore, i primi che mi hanno trasmesso la fede in Lui: vedendoli pregare ho imparato a fare i primi passi nel dialogo con Gesù.

Anche lo scoutismo, nel gruppo del San Leone 1, ha contribuito in modo importante alla formazione del mio carattere, nell’imparare a stare nel mondo, “per aiutare gli altri in ogni circostanza”. Dopo aver portato avanti, non senza fatiche e rallentamenti, gli studi da geometra, ho iniziato ad esercitare la professione in vari studi di architetti. Ma sentivo, con il passare del tempo, che non era abbastanza, la mia vita non era piena, sentivo un vuoto. Nemmeno la passione per la musica, esercitata in una band, riusciva a rendermi una persona felice.

Una domanda mi risuonava in quegli anni: “Chi sei tu per me?”, “Dove ti trovo nella mia vita Signore?”. Questi interrogativi non mi hanno mai abbandonato e, anche se per molto tempo sembrava fosse sopito il desiderio di cercare una risposta, dentro di me sentivo che quello che stavo vivendo non era abbastanza. Avevo tutto: fidanzata, amici, famiglia serena, lavoro, facevo servizio. Ciò che mi mancava era l’essenziale: essere felice. Avevo un grande bisogno di consolazione, di parole che risollevassero la mia vita, per riprendere il cammino. La Parola di Dio, riscoperta dopo tanti anni, e gli incontri con alcune persone, mi hanno risollevato e convertito il mio cuore. La mia vita non poteva più fare a meno di questi incontri con il Signore, un desiderio è nato, voglio rimanere con Lui, stargli accanto, incontrarlo ogni giorno, sentire la sua presenza.

L’ingresso in Seminario nel settembre 2017 è stato un turbinio di emozioni, ma nello stesso momento ero tranquillo, ciò che gustavo non era l’approvazione o lo slancio eroico ma era l’immaginarmi in una vita con il Signore, in mezzo anche ai fratelli e alle sorelle che avrei incontrato lungo il cammino. Durante il percorso formativo del seminario ho incontrato e conosciuto tante persone, tanti volti che in diversi modi e tempi hanno, a poco a poco, confermato quella che inizialmente era una mia scelta, ma che con il trascorrere del tempo diventava sempre di più una chiamata.

In seminario ho vissuto una vita nella fraternità. Era un mondo nuovo e la presenza di altri ragazzi che con me facevano questo percorso mi ha aiutato parecchio nel discernere quale fosse la volontà di Dio per me. Sono stati anni di intensa preghiera, ogni mattina mi sveglio con il desiderio di incontrare il Signore anche solo per salutarlo o per rimanere in silenzio alla sua presenza.

Sono grato al Signore per i compagni di cammino che ha messo sulla mia strada, per le comunità nelle quali mi ha dato la grazia di formarmi e di muovere i primi passi nel servizio ministeriale (San Biagio, San Nicolò Po, Bancole, Sant’Antonio, Cittadella, Colle Aperto) e per quella che mi accoglie nel ministero ordinato (UP di Curtatone).

Non tutto mi è chiaro, ma la direzione per la felicità ha una strada sola: la via dell’incontro con il Padre insieme ai fratelli e alle sorelle che incontrerò nel lungo viaggio della vita.

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