anniversario
Alcuni frati trentini alla celebrazione con il vescovo Marco
Roberto Pedroni
15 Ottobre 2024
La chiesa di San Luigi Gonzaga in Te Brunetti ha vissuto domenica 6 ottobre un momento alto e commovente per il suo anniversario, con la celebrazione della Messa officiata dal vescovo Marco insieme al parroco don Andrea e ad alcuni frati cappuccini trentini, giunti a Mantova da Rovereto in rappresentanza di coloro che sessant’anni fa la fondarono, e ne fecero un punto importante di rivitalizzazione spirituale e sociale del quartiere. Uno di loro, padre Modesto Sartori, aveva partecipato come giovane frate alla consacrazione, il 10 maggio 1964, e la sua gioiosa emozione ha contagiato tutti.
Tanti i parrocchiani ed ex parrocchiani che hanno avvolto in un abbraccio d’affetto i frati cappuccini: con padre Modesto sono arrivati anche padre Simone, per 41 anni cappellano dell’ospedale di Mantova, e frate Nicola. Insieme hanno portato il saluto di padre Alessandro Carollo, Provinciale dei Cappuccini del Triveneto, e un’ondata di gioia e di ricordi da condividere.
«San Francesco raccomandava la cura della chiesa» ha detto il vescovo Marco, «voleva che fossero restaurate le chiese diroccate e prestava particolare attenzione al tabernacolo, dove è custodito quanto di più prezioso abbiamo. La vostra chiesa» ha continuato, «rivela queste attenzioni profuse dai frati cappuccini al momento della costruzione, sessant’anni fa, attenzioni che ne fanno oggi un esempio di originalità architettonica e di importanza artistica, e insieme un luogo di tanta vita di fede vissuta, nei sacramenti, nei battesimi, nei matrimoni e nell’ultimo saluto alle persone care. Ma dobbiamo cogliere a pieno le due anime spirituali di questa chiesa: san Francesco e san Luigi, le cui vite illuminano il presbiterio dalle grandi vetrate istoriate. Si tratta di due modelli universali che in momenti storici diversi, ma accomunati da venti di crisi, partendo da una rinuncia ai beni materiali e al potere, si ricongiunsero nella proposta di fraternità universale di Francesco, che anche Luigi sottolinea nel suo motto “Come gli altri”. Modelli universali accomunati, anche visivamente per opera dell’artista delle vetrate, nell’abbraccio ai malati rifuggiti da tutti: il lebbroso di San Francesco e l’appestato soccorso dal giovane Luigi».
Un sessantesimo legato dunque alla memoria e agli affetti, ma non portatore di nostalgie, bensì di impegno. Oggi come nel 1964 la chiesa è il luogo dove si entra per ricevere la comunione e da cui si esce per portare fuori, in noi, questa comunione. Oggi come allora, nelle mutate condizioni storiche e sociali, la chiesa identifica il quartiere e lo caratterizza, ha una connotazione sociale di apertura: ricordiamo che San Francesco ha dialogato con il Sultano. Un compito di approfondimento dei temi legati alla fraternità e all’amore per il Creato, mirabilmente illustrato nelle vetrate del Cantico delle Creature, e insieme la cura del dialogo, dell’amicizia, dell’incontro tra diverse realtà all’interno degli spazi parrocchiali: questo il messaggio che il vescovo Marco ha voluto lasciare alla comunità insieme al ringraziamento e all’affettuoso saluto ai frati cappuccini presenti.
Il “profumo dell’amicizia”, il ricordo dell’accoglienza e della fraternità vissuta a Mantova dai frati trentini per oltre quarant’anni, dal 1955 al 1998, è stato poi messo in evidenza da padre Modesto Sartori, già padre Provinciale, che ha ricordato i tanti confratelli che si sono succeduti nella cura della parrocchia di Te Brunetti e che hanno lasciato un segno profondo nella comunità.
Don Andrea Ferraroni ha concluso con un saluto e un ringraziamento ai parrocchiani e ai cittadini che si sono impegnati per realizzare gli eventi del 60º, e ha ringraziato per i patrocini e i contributi ricevuti, ricordando l’ultimo appuntamento: il 16 ottobre alle 17,30 in chiesa la conferenza “Luigi Gonzaga e la sua storia: un santo giovane sempre attuale” con monsignor Gian Giacomo Sarzi Sartori e Giacomo Cecchin.