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CARITAS

Laboratori di carità

Una proposta che ha coinvolto numerose comunità della diocesi

DI ELA RAFALOWSKA

15 Maggio 2023

Il laboratorio richiama la scienza, luogo di ricerca e di scoperta. Potrebbe essere anche un posto in cui l’artigiano crea o ripara le cose, mettendo assieme l’esperienza e l’abilità manuale. Ma come si può immaginare un laboratorio della carità? Quale ambiente o attrezzature, quali artigiani vengono richiamati nella fantasia da questa espressione?

Nel corso di quest’anno pastorale la Caritas ha dedicato molta passione all’animazione del territorio, e la proposta dei laboratori di carità ha coinvolto gran parte delle comunità della nostra diocesi. I percorsi sono stati scelti insieme con i centri d’ascolto e i sacerdoti dei vicariati, a partire dalle necessità di ogni gruppo. E le tematiche emerse hanno dato conferma del fatto che i nostri servizi possono essere guardati dai più svariati punti di vista, per renderli un luogo di vera testimonianza. 

Il desiderio di conoscerci, di scambiare le esperienze e sentirci una parte della rete ha accompagnato tutti i percorsi. Alcuni gruppi hanno poi approfondito le motivazioni del proprio impegno nella carità, altri hanno scelto di riflettere sulle paure nella relazione con le diversità oppure affrontare i pregiudizi che portiamo dentro di noi, anche inconsapevolmente. In un caso come punto di partenza si è scelta la domanda “cos’è la carità?”, e la condivisione ha portato a scoperte tutt’altro che banali. I temi hanno poi spaziato da approcci più pratici (come impostare la relazione d’aiuto, quali strumenti si possono mettere in campo) fino a riflessioni complesse (i nostri servizi sono ancora un segno profetico nelle comunità?). I laboratori sono stati uno spazio di arricchimento per le persone che hanno dedicato una vita alle comunità, e anche per i volontari nuovi che hanno appena deciso di donare il proprio tempo e impegno.
Un altro aspetto, semplice ma non scontato, è quello della reciproca conoscenza. Gli operatori e i volontari dei centri d’ascolto dello stesso territorio hanno prima di tutto passato del tempo assieme. Le occasioni erano numerose, a partire dalla preparazione del percorso, attraverso i momenti formativi fino a quelli conviviali. In modo spontaneo si mettevano a confronto i servizi offerti, la gestione degli orari, gli spazi o i turni dei volontari. Con la stessa naturalezza le domande di alcune persone trovavano risposta nell’esperienza delle altre, rafforzando la consapevolezza che nessuno di noi è lasciato solo con le preoccupazioni - le proprie e quelle delle persone a noi affidate. 

Si sta strutturando la comprensione del ruolo degli operatori della carità: non sono persone alle quali sono state delegate le questioni difficili da gestire, ma coloro che attraverso la carità esprimono il carattere stesso delle intere comunità cristiane del nostro territorio. Gli operatori della carità sono anche chiamati alla costruzione di sinergie con il mondo nel quale vivono, con le autorità, enti ed associazioni, con tutto il tessuto sociale nel quale sono inseriti. Ad alcuni laboratori hanno partecipato assessori comunali o assistenti sociali. Uno dei laboratori ha ricevuto il patrocinio comunale e la collaborazione di diverse associazioni del terzo settore.

A fine maggio verrà organizzato un momento di preghiera e incontro per raccogliere le risonanze del cammino fatto quest’anno. Per alcuni gruppi sarà il momento per rilanciare e immaginare il secondo passo del percorso. Alcuni porteranno il frutto dei primi incontri e racconteranno l’attesa delle date già previste da settembre a dicembre. Per tutti sarà una tappa che conferma il nostro cambio di passo verso la carità artigianale, per saper tessere l’aiuto attorno alla persona nel bisogno, con maggiore libertà e fantasia.

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