Notizie

MIGRANTI E RIFUGIATI

​Liberi di scegliere se migrare o restare

Proposte di formazione permanente

DI SIMONE ZACCHI

20 Novembre 2023

Quasi in sordina! Non è forse passata così la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato di domenica 24 settembre 2023? Del resto le agende dei mesi di riavvio dell’anno pastorale sono fittissime, ma ora è tempo di recuperare il tempo lasciato passare, perché i problemi delle migrazioni ti... strappano la carne: Liberi di scegliere se migrare o restare, questo il tema del messaggio per la Giornata, a suggerire quanto la scelta possa essere drammatica. Altroché i fraintendimenti o le strumentalizzazioni anche irridenti cui spesso viene esposta la problematica quando mancano contestualizzazioni adeguate, come quelle proposte dagli Uffici Migrantes delle Diocesi lombarde nel Secondo Convegno Regionale, tenutosi a Milano lo scorso 14 ottobre.

Già la cornice (la Basilica di S. Stefano Maggiore a Milano) ha permesso di valorizzare una realtà di particolare cura dei migranti di lingua spagnola, coordinati dall’infaticabile don Alberto Vitali, direttore degli incaricati Migrantes lombardi: suoi i saluti, le conclusioni e la presentazione del terzo ciclo di incontri (corso di formazione permanente) sulla pastorale migratoria.
Illuminante e intrigante la riflessione biblica di Mons. Franco Agnesi, vicario generale di Milano e delegato della Conferenza Episcopale Lombarda per i Migranti: la separazione tra Abramo e Lot (Gn 13, 2-18) con le sue conseguenze irreversibili.
Ma è stata la relazione magistrale del prof. Riccardo Moro (Università statale di Milano, politiche di sviluppo) a costituire il cuore della mattinata, anche per l’esperienza diretta che lo studioso ebbe a cavallo del Giubileo del 2000 con la Campagna di remissione del debito ai paesi più poveri: una lunga cavalcata dalla crisi petrolifera degli anni ‘70 alle difficoltà di Lehman Brothers, Covid, Ucraina.
L’altra faccia della medaglia è costituita dai progetti in loco; a raccontarne valore e difficoltà, curiosamente anche in Marocco, è stata Ivana Borsotto, presidente nazionale FOCSIV - Federazione Organismi Cattolici Servizio Internazionale Volontario. E, ultimo ma determinante, “Le difficoltà di chi è costretto a migrare”: la viva voce di Alidad Shiri, autore del libro Via dalla pazza guerra ha raccontato in modo straziante, dettagliato e vivido il percorso iniziato a 9 anni con l’assassinio del padre, alto funzionario del governo, poi degli altri familiari; a 12 anni fuggì in Pakistan, poi in Iran ed infine in Europa per la rotta balcanica con l’ultimo tratto sul semiasse di un camion per arrivare a Venezia.

Recuperare il tempo: lunedì 20 novembre è già ora di cominciare con le Giornate di Formazione Permanente organizzate con il Centro Studi sulle Migrazioni degli Scalabriniani di Roma (SIMI). È già scaduto anche il termine per iscriversi, ma per la Diocesi di Mantova la Segreteria regionale fa un’eccezione (on line il form da compilare). Si può però seguire anche in streaming (mandare una richiesta Whatsapp al numero 3335334552) o avere a disposizione il materiale dei diversi incontri. 
Ma se collaudati sono ormai location (Abbazia di S. Paolo d’Argon - BG) e format, migliorato per recepire le osservazioni maturate, è soprattutto il tema - trattato in tre incontri invece di quattro - a dare una scossa alle nostre convinzioni: Liberi di…
Così si parte dal contesto migratorio (20 novembre) e passando dall’apporto dei migranti (5 febbraio) si considereranno le buone prassi di comunità accoglienti (15 aprile).
Perché «i flussi migratori dei nostri giorni sono espressione di un fenomeno complesso e articolato, la cui comprensione esige l’analisi attenta di tutti gli aspetti che caratterizzano le diverse tappe dell’esperienza migratoria, dalla partenza all’arrivo, incluso un eventuale ritorno. Ogni migrazione deve essere frutto di una scelta libera e avere il massimo rispetto della dignità di ogni migrante: ciò significa accompagnare e governare nel miglior modo possibile i flussi, costruendo ponti e non muri. Perché ovunque decidiamo di costruire il nostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, ci sia sempre una comunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione».

Sempre lunedì 20 novembre, alle ore 21 nella sede della Caritas mantovana al Centro pastorale diocesano (via Montanari, 1), sono convocati i rappresentanti delle diverse comunità cattoliche presenti in Diocesi (brasiliana, ispanica, ghanese, ucraina, rumena, filippina...) per iniziare  il percorso in preparazione alla celebrazione della messa compartecipata dalle diverse comunità: altrove la chiamano “messa dei Popoli” o “delle Genti”, ed è consuetudine, come negli ultimi due anni, collocarla il 6 gennaio. Una liturgia arricchita da più lingue, dove stanno insieme comunità, culture e volti diversi.

Nelle provincie di Bergamo e Brescia, co-capitali italiane della cultura, che la loro Messa dei Popoli l’hanno celebrata il 26 settembre, sono residenti 271.736 cittadini di origine straniera (121.080 a Bergamo, pari al 10,9%, e 153.933 a Brescia, pari al 12,2% del totale della popolazione provinciale), così come sono 127.383 (65.637 di Bergamo e 61.746 di Brescia) coloro che stanno portando i colori di Bergamo e Brescia nel mondo. Le due Diocesi: «Cerchiamo di resistere ad una rappresentazione semplicistica, in bianco e nero, di una realtà nuova e complessa: la prospettiva è quella di un “noi” sempre più grande». La cattedrale di Brescia gremita, rifletteva il vescovo Pierantonio Tremolada, chiede alla Chiesa di offrire il suo contributo nell’edificazione di questa comunione universale che scaturisce dalla società ormai plurale e si nutre della convivialità delle differenze. Ancora: «Le migrazioni ci interrogano. Siamo consapevoli di trovarci di fronte a un fenomeno epocale, che ci stimola ad aprirci a progetti di ampio respiro oltre i confini dell’emergenza. Non è sufficiente pensare a un tempo iniziale limitato e identificare luoghi chiusi nei quali confinare uomini, donne e bambini che desiderano semplicemente vivere in una giusta normalità». Alle persone che giungono nei nostri territori si deve offrire la possibilità di costruirsi il futuro, di dare un senso a tutta intera la propria vita.
Quando sarà pronta Mantova per snocciolare questi dati statistici e collaborare in una logica sinergica con i diversi attori del territorio? 

Nel frattempo può essere d’aiuto iniziare cambiando lo sguardo: in questo senso la proposta delle parrocchie dell’Unità Pastorale Beato Giovanni Bono per venerdì 1 dicembre (ore 20.45 all'Auditorium di viale Partigiani 2 a Bancole) con storie, racconti e dibattito sul tema della immigrazione e dell’asilo. 

Ma alzandolo un po’ di più si trovano le proposte della Fondazione Migrantes, in particolare la graphic novel “In fuga”.

Condividi: