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IRC

L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole

L'importanza della scelta di avvalersi

REDAZIONE

10 Gennaio 2023

Fino al 30 gennaio i genitori degli alunni delle scuole di ogni ordine e grado potranno effettuare le iscrizioni per l’anno scolastico 2023-24, dichiarando al contempo se intendono avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (IRC).

«Questa è un’opportunità» spiega don Marco Cavallaro, direttore dell’Ufficio diocesano per l’educazione e la scuola «che il sistema nazionale di istruzione offre a tutti i bambini e ragazzi: secondo le norme concordatarie, infatti, tale insegnamento non è rivolto solo a chi si dichiara cattolico, ma a chiunque voglia essere istruito anche sui contenuti della religione cattolica, che costituisce un’imprescindibile chiave di lettura della realtà storica e culturale nella quale viviamo».
A maggior ragione «soprattutto le famiglie che frequentano la parrocchia» prosegue don Cavallaro «dovrebbero sentirsi particolarmente interessate all’opportunità che la scuola offre ai loro figli, di approfondire i contenuti della propria fede».

Anche la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha voluto rivolgere un messaggio a studenti e genitori, per ribadire l’importanza di questa scelta:

«Scegliere – si legge nel messaggio - è un verbo che esprime maturità e interesse. È un verbo essenziale per progredire nel cammino della vita. Lo ha ricordato papa Francesco parlando agli studenti di una scuola, durante il suo viaggio apostolico nel Bahrein: “Non esiste una vita senza sfide da affrontare. E sempre, di fronte a una sfida, come davanti a un bivio, bisogna scegliere, mettersi in gioco, rischiare, decidere. Ma questo richiede una buona strategia: non si può improvvisare, vivendo solo di istinto o solo all’istante!”. Per imparare a scegliere – ha aggiunto il Papa – occorre “affinare lo sguardo interiore, imparare a giudicare le situazioni, a cogliere l’essenziale” e “lavorare sul cuore”, così da non restare indifferenti o mostrarsi insofferenti agli altri, ma reagendo “con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”».

«Si tratta di una scelta importante, che vi permette di partecipare alla costruzione del percorso educativo offerto dalla scuola - prosegue la Presidenza CEI -. È infatti uno spazio di libertà e di responsabilità quello che avete davanti, un modo per sentire ancora più vostro il cammino di crescita umana e culturale che state compiendo o accompagnando.
Questo è vero in particolare per i giovanissimi che iniziano la scuola secondaria di secondo grado, ma vale anche per gli altri studenti e per i genitori, tutti protagonisti nel dare forma a quella “alleanza educativa” che è l’IRC in Italia. Alla presenza e alla qualificazione di tale insegnamento, infatti, partecipano lo Stato, nei suoi organismi centrali e territoriali, la Chiesa, le singole scuole, con gli insegnanti e i dirigenti, le famiglie e gli alunni stessi, mediante scelte consapevoli da cui emerge il loro essere “cittadini” nella e della scuola. Anche per questa ragione l’IRC costituisce un’esperienza di grande rilievo nel panorama formativo, in quanto espressione di un “patto condiviso” fra enti e persone diverse, un patto stretto per il bene dei ragazzi e dei giovani e, di conseguenza, della società intera. Un patto che non li vede solo destinatari ma coinvolti in prima persona».

La scelta di avvalersi dell’IRC è dunque la scelta di una scuola che guarda alla crescita integrale della persona, e verso una cultura generatrice di dialogo e di pace.

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