52^ SETTIMANA DELLA CHIESA MANTOVANA
Ce ne parla il nuovo delegato per la pastorale don Matteo Pinotti
REDAZIONE
05 Settembre 2021
Domenica prossima, 12 settembre, inizierà la 52^ settimana della Chiesa mantovana, che rappresenta un importante momento di preghiera, confronto e progettazione della nostra diocesi. A guidare il percorso pastorale di quest’anno è don Matteo Pinotti, da qualche giorno nuovo delegato episcopale per la Pastorale. Lo raggiungiamo nella segreteria pastorale per domandargli qualche impressione sulla giornata di sabato 4 settembre, che ha visto radunate insieme quasi duecento persone, rappresentanti delle 29 unità pastorali.
Caro Matteo, che cosa ha rappresentato la giornata di sabato in Seminario?
Quella di sabato è stato il nostro primo ritrovarci per un momento diocesano, preti e laici, rappresentanti di ogni unità pastorale e degli uffici diocesani, pastorali, culturali e amministrativi. E’ il primo ritrovarci dopo i mesi estivi, con la volontà non di ritornare alla normalità del pre-Covid, ma di costruire insieme un nuovo stile di relazioni, una nuova fiducia reciproca, una nuova missionarietà. Oggi il sinodo, che abbiamo vissuto e celebrato qualche anno fa, diventa punto di partenza di uno stile sinodale che vogliamo diventi caratteristica permanente della nostra Chiesa. E’ il primo ritrovarci dopo il funerale di don Gianni, che ha affidato alla nostra responsabilità la costruzione di un nuovo stile di Chiesa, che chiede a ciascuno di noi il coraggio di uscire dai pregiudizi che ci impediscono di accoglierci veramente. Vogliamo costruire relazioni nuove tra noi che non guardano anzitutto al servizio svolto: “quel prete compie 75 anni l’anno prossimo, quella è un possibile catechista, quello è uno che lavora in curia, quello è il Vescovo, quello che decide tutto”.
Cosa ti senti di ribadire all’inizio di questo tuo nuovo incarico diocesano?
Dobbiamo reimparare a guardarci ed ascoltarci come persone, come cristiani, come componenti dell’unica chiesa di Mantova che lo Spirito cerca di rinnovare. Nessuno di noi ha in mano un cammino preconfezionato. Mi permetto di invitare tutti e tutte ad osare, a pensare in grande, a sognare. Se qualche volta, negli incontri che faremo a vari livelli, uscirà qualche parola che sembra “difficile e strana”, non impressionatevi. Chiedete sempre, e la tradurremo subito nella lingua del vivere di ogni giorno.