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Meglio Dico Si House - Ostiglia

Destinatari missionari

Equipe Vocazioni

27 Agosto 2025

La settimana della MDC House è iniziata fin dal subito con un tratto di missione: se è vero che la Buona Notizia si è diffusa per il fascino che traspariva in chi aveva incontrato il Signore, si sentiva “chiamato” e raccontava di questo stupore a chi aveva vicino, Miguel e Ariele hanno preso la faccenda seriamente. Prima ancora che ci trovassimo nell’appartamento sopra la scuola materna, che sarebbe stata la nostra base per questa settimana di marzo, qual è la prima cosa che hanno fatto? Hanno invitato un amico! Luca si è lasciato coinvolgere perché ha sentito due che dicevano “vieni anche tu, sarà una esperienza bella!” Poteva esserci una partenza più evangelica di così?? Per noi dell’equipe, partiti titubanti perché neanche ci conoscevamo bene tra noi, e avevamo incertezze sul luogo, sui numeri, sull’organizzazione, sulla spesa e sugli incastri che avrebbe richiesto vivere insieme ai ragazzi questa esperienza è stato un lancio potente! Qualcuno aveva già scompaginato i nostri schemi. E poi, dal confronto in Unità Pastorale è arrivato anche Manuel. I fantastici quattro.

Nell’esperienza della MDCH non immaginavamo un tempo “altro” , un tempo troppo diverso da quello delle giornate tra scuola, compiti e amici. Desideravamo vivere noi per primi e coi ragazzi questo: un tempo di ordinaria straordinarietà, uno sguardo un po’ diverso , più profondo a quello che in realtà già si vive.

All’aperitivo prima della partenza ufficiale ci siamo conosciuti, abbiamo riso, scherzato sul diverso concetto di “tempo studio” tra le nostre memorie di liceali boomer e quelli della gen Z, raccolto gli impegni e gli orari di tutti. Schema alla mano la settimana era pronta per essere affrontata: tra palestra, compiti , verifiche e orari dei pranzi che, date le diverse scuole faticavano a coincidere.

La nostra coppia di cuochi e angeli del focolare, Valeria e Oscar, già pronta con le valige e la spesa fatta. Sara, Anna e don Alessandro, a supporto per le attività e le proposte da condividere insieme. La prima sera c’è stato spazio per le presentazioni di Manuel, Luca, Miguel e Ariele e il lancio. Ci salutiamo dopo aver letto la Parola del Vangelo del giorno, sarà l’apertura e la chiusura comunitaria di tutte le nostre giornate, con il dono reciproco di dire a voce alta quale parola della Parola sentiamo detta precisamente per noi, in questo momento.

La cronaca delle singole giornate potrebbe apparire banale: colazione, prepararsi di fretta, lettura del vangelo del giorno, per qualcuno la novità di raggiungere la scuola a piedi invece che con l’autobus. A due a due, proprio come nel Vangelo, ci si vede nelle rispettive scuole, il Galilei e il Greggiati. A pranzo a volte tutti insieme, a volte ci si aspetta, ma con il don e Valeria e Oscar a farsi “famiglia” per questi giorni, con chi c’è. Al pomeriggio chiacchiere, studio, un saluto al volo all’animatrice che fa la maestra alla scuola parrocchiale al piano di sotto, un’occhiata al cellulare, i giochi in scatola, un giro in paese.

Nella seconda parte della giornata esperienze di incontri: una sera la cena con due giovani sposi (a quel tempo fidanzati), animatori in parrocchia, a cui viene riservata un’accoglienza calda: Giorgia e Rudy saranno per tutta la sera i promessi sposi: qualche domanda scomoda e curiosa pensata insieme nel pomeriggio. “Che cosa ti ha fatto capire che ero lui/lei quella giusta che volevi sposare?”. Risate e prese in giro che fanno intuire la bellezza di una vocazione che, nel servizio, non si chiude ma apre a chi si ha vicino. La buonanotte con la preghiera è insieme a loro. Un’altra sera prima di cena abbiamo vissuto l’esperienza di un Incontro particolare: immersi nel bibliodramma col cieco Bartimeo, siamo stati ciechi con lui, abbiamo ascoltato a occhi chiusi la voce del Signore che passa e sperimentato la potenza di quel “Coraggio, alzati ti chiama!”. Pregare, incontrare il Signore che chiama anche me, può avere forme e tempi e modi inattesi.

Una sera abbiamo incontrato altri ragazzi e animatori di parrocchie vicine e vissuto l’esperienza di Adorazione “Dove due o tre” nata a Poggio Rusco : un bigliettino con un versetto dal cesto “Dio ti parla” e un biglietto bianco e una penna dal cesto “Dio ti ascolta”. Le note di sottofondo che aiutano a entrare in preghiera. Lasciare che le parole non dette diventino lode, supplica, ringraziamento, ascoltarLo e ascoltarsi. Don Jury, che ci ha accompagnato, propone un gesto che colpisce tutti: porterà queste preghiere affidate e le consegnerà alle signore anziane che frequentano la messa feriale a Poggio.
La MDC House contamina le Comunità di alcuni dei ragazzi che stanno vivendo questa proposta.

E l’ultimo giorno “intenso” di nuovo i ragazzi ci stupiscono con un gesto missionario.
Ci chiedono se possono invitare a cena Ariel, un’amica che frequenta il gruppo in parrocchia a Ostiglia. Ritorna la dinamica del Vangelo che si diffonde non per impegno culturale ma per fascino: vedo qualcosa di bello e desidero che qualcuno a cui voglio bene lo incontri. Siamo vicino alla golena del Po e siamo sulle rive del mare di Galilea? il dubbio è lecito, per l’aria che si respira! Sono Manuel Miguel Luca e Ariele o Andrea Simone Filippo e Natanaele?

Viviamo l’incontro a cena con Marco, da poco ordinato diacono: anche questa volta domande grandi sulla vocazione, sull’amicizia, sulle paure. Ci colpiscono alcune risposte con cui don Marco in semplicità testimonia la bellezza del percorso che sta vivendo e la pazienza del Signore nell’ accompagnarlo durante tanti passaggi della sua vita e delle sue domande. Forse la risposta più disarmante è questa : i ragazzi gli chiedono se ha mai pensato o dubitato dell’esistenza di Dio - Marco risponde “in realtà la domanda da porsi non è Dio esiste? Ma che cosa sei Tu per me?

Da settembre la promessa di riprendere il cammino: magari “allargando” a qualcun altro a cui anche questi quattro i ragazzi desiderano dire “venite e vedrete”.

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