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Vita pastorale

Una storia lunga 24 anni

Gemellaggio Caritas Mantova e Banja Luka

Manuela Daolio

21 Ottobre 2024

Minoranze ricche di testimonianze

Una delegazione della Caritas diocesana, insieme al Vescovo Marco, si è recata in questi giorni in Bosnia, nell’ambito del gemellaggio ultraventennale con la Diocesi di Banja Luka. La presenza dei cattolici in quel territorio è una minoranza che deve lottare ogni giorno per mantenere vivo il ricordo delle stragi subite durante la guerra negli anni ’90, ricordo che i libri di storia locali tendono a disconoscere o minimizzare.

L’occasione è stata quella di incontrare il Vescovo Željko Majić, da poco insediato in Diocesi.

Accolti come a casa

La Bosnia ti accoglie con entusiasmo, calore, buon cibo e piacevoli tradizioni ma con l’amarezza nel cuore di quello che hanno vissuto, ancora oggi visibile nei resti bombardati delle chiese, nei lunghi elenchi di martiri religiosi e non, nei racconti della realtà parrocchiali prima della guerra (chiese gremite di fedeli) e dopo, in aggiunta al fatto che oggi molti migrano all’estero per sfuggire a condizioni ai limiti della sostenibilità (oggi l’80% della popolazione vive sotto la soglia di povertà).

Caritas Mantova nel tempo ha sostenuto molti progetti: la loro realtà è molto diversa dalla nostra e spesso va a compensare bisogni per i quali lo Stato non fornisce servizi; negli anni infatti è stata costruita un’azienda agricola con l’obiettivo di far lavorare persone, far acquisire delle competenze e promuovere un prodotto storico locale quale il formaggio dei monaci trappisti (oggi l’azienda attraversa un forte momento di crisi dovuto sia ai cambiamenti climatici, sia all’aumento dei prezzi con la guerra in Ucraina oltre alla crisi economica interna al Paese e alla difficoltà di esportare i loro prodotti); una casa di riposo e una scuola materna sono altre realtà finanziate e gestite dalla Caritas locale, all’interno delle quali vengono inserite figure formate alla Scuola di Formazione Professionale, sempre finanziata e coordinata da Caritas Banja Luka.

Anche tanti giovani mantovani coinvolti

Sia la Casa di Riposo che la Scuola Materna accolgono persone ortodosse e musulmane oltre che cattoliche, sono piccole isole felici in un territorio dove queste tre etnie e religioni faticano a coesistere (programma di studi diversi nelle scuole, nessun dialogo tra i referenti delle religioni), contribuendo ad una decrescita generale del Paese.

La Diocesi di Mantova ha seguito e sostenuto negli anni alcuni di questi progetti e tuttora mantiene le adozioni a distanza di circa 24 famiglie con minori in difficoltà, oltre a sostenere progetti per gli anziani, la cui cura diventa sempre più difficile essendo spesso soli e abitando in luoghi difficili da raggiungere; Caritas offre loro un’assistenza a domicilio, prima di tutto di tipo sanitario ma anche portando i pasti.

Negli ultimi due anni una delegazione mantovana di giovani ha raggiunto Banja Luka in estate per andare a conoscere le loro realtà allo scopo di costruire insieme un progetto sul tema della pace tra popoli e religioni diverse. I ragazzi hanno svolto lavori di manutenzione alla Casa di Riposo, venendo a contatto con gli ospiti e il personale; hanno inoltre visitato luoghi chiave della fede e della storia bosniaca, scontrandosi con una guerra per loro lontana nel tempo ma a davvero pochi chilometri da noi.

Un'amicizia lunga 25 anni

L’anno prossimo il gemellaggio tra le due Diocesi raggiungerà i 25 anni e il Giubileo sarà l’occasione per accogliere una loro delegazione, rinsaldare il legame, mettere in pratica nuovi progetti che in questi pochi giorni sono stati abbozzati.

Per la nostra Chiesa è un’occasione preziosa di arricchimento culturale e spirituale, le difficoltà che loro vivono nella mancanza di dialogo interreligioso e le strategie che mettono in atto possono essere per noi di ispirazione nella nostra società attuale che vede classi miste dove talvolta la prevalenza è di stranieri. Quindi la direzione è quella di smontare un po’ la logica di un gemellaggio in cui uno dà e l’altro riceve, perché si può davvero crescere e imparare l’uno dall’altro.

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