Santi Giovanni e Paolo martiri
Il comune di Bigarello si allunga su entrambi i lati della nazionale Padana inferiore che unisce Mantova al Veneto. E' percorso dalla ferrovia Pavia-Mantova-Monselice che conta una stazione a Gazzo: frazione con sede municipale, stazione dei carabinieri ed una chiesetta di S. Anna costruita negli anni '50, ove si celebra soltanto la messa domenicale poiché si trova a 1800 metri dalla chiesa di Stradella. Il comune conta due parrocchie: Stradella e Bigarello.
Le origini di Bigarello si perdono nell'oscurità dei tempi. La prima notizia che appare alla luce è data dal diploma di Corrado il Salico del 1037. In esso Bigarello è tra le pievi della diocesi di Mantova. Per la prima volta, invece, viene indicato il nome dei titolari della chiesa - i Santi Giovanni e Paolo, martiri - nella prima metà del secolo XIII.
La posizione geografica del paese, posto a poche centinaia di metri dal confine tra il territorio mantovano e quello veronese, portò, nel medioevo, le autorità civili a fortificare la zona. Fino a una ventina di anni fa erano ancora visibili i resti del castello. Ma Bigarello non era soltanto un luogo di difesa, era anche un centro amministrativo dello Stato mantovano, tanto che per secoli fu sede e residenza del vicario dei signori di Mantova: Capitani, Marchesi, Duchi.
Il suo territorio era di parecchio esteso, comprendendo quelli della parrocchia attuale, della parrocchia di Stradella, parte di quello della parrocchia di Carzedole, frazione Bazza, e quello dell'attuale parrocchia veronese di Pampuro. Ma, oltre che il punto di difesa, fu un centro formato da alcuni latifondi di notevole importanza, tanto che, nel corso dei secoli, ne furono proprietari, direttamente, i Bonacolsi, e i Gonzaga: fu uno dei possedimenti del cardinale Francesco (+ 1483), alla cui morte ne divenne erede il marchese di Mantova, Francesco II, che poi, lo concesse al figlio minore, Ferrante. Per qualche secolo i Gonzaga ne rimasero proprietari. Tra i proprietari vi furono, pure, i canonici di San Vito di borgo San Giorgio. Fu un possedimento tanto importante che la sua denominazione, "Santa Maria di Arcariole" fu ritenuta il titolo della pieve.
L'attuale chiesa parrocchiale risale al 1749-51. Vi sono, tra le righe di documenti tardo-medioevali, e elementi per essere certi che essa è da considerarsi il quarto edificio sacro costruito in Bigarello. Non ha particolari pregi artistici. Si ha notizia di un incendio avvenuto all'inizio di questo secolo: ai danni da esso arrecati si può far ascendere la difformità di stile tra la parte inferiore dell'edificio, che è di modesta eleganza barocca, e la parte superiore, senza riferimenti stilistici a quella. E' a navata unica, con tre altari: quelli laterali, in scagliola, sono originali; quello maggiore, invece, benché in marmo, non è più pregevole, poiché risulta essere un insieme di alcuni elementi artistici con altri di fattura piuttosto scadente.
Vari furti perpetrati in diversi momenti hanno depauperato la chiesa. Come arredi, ora, ha il minimo indispensabile Il piccolo cimitero è usato non da tutte le famiglie che formano oggi la parrocchia. La maggioranza si serve dei cimiteri delle parrocchie vicine di Castelbelforte, Castel d'Ario e Stradella.