Quella di Boccadiganda è una piccola comunità che abita una zona dove chiarissime e dominanti sono le caratteristiche naturali più proprie della terra padana e dove ancora i colori dell'acqua, del cielo e della terra si fondono creando spesso intense suggestioni.
Come racconta la sua etimologia, il ridotto centro si è formato vicino alla foce del Ganda, piccolo affluente di sinistra del Po. In questo splendido scenario spicca il profilo della bellissima chiesa parrocchiale dedicata all'annunciata della Beata Vergine Maria, costruita in stile barocco attorno al 1730, quale riferimento per una comunità la cui storia è davvero antica: benché non sia certa la data di formazione della parrocchia, la sua esistenza è definita, in alcuni antichi scritti, "abbastanza immemorabili".
La chiesa, pur di ridotte dimensioni, ha pregi architettonici e custodisce nel suo interno, arricchito da decorazioni in gesso dorato, 10 tele di una certa bellezza e un grande e magnifico quadro, posto vicino all'ingresso, rappresentante della cena a casa del fariseo: pare sia provenuto a suo tempo dal refettorio del vicino monastero del Polirone, e alcuni studiosi lo attribuirebbero a Lorenzo Costa il Giovane.
La presenza del dipinto, donato forse da una famiglia facoltosa e che l'aveva acquistato dal monastero, e più ancora la presenza sull'altare di un ovale raffigurante San Benedetto richiamano i rapporti che anticamente ci furono tra la comunità di Boccadiganda e i monaci benedettini del Polirone, che molto operarono in tutta la zona rivieresca.