San Martino vescovo
A Canedole l' 'effetto campagna' è totale. Ci sono le risaie e ancora le pile vecchie e nuove. C'è la dispersione degli abitanti nelle corti, dove alcune piccole e medie aziende curano l'agricoltura del mais, della barbabietola e l'allevamento di vitelli e suini.
Nella storia di Canedole le date affondano lontano: 997, 1021, 1037. La base etimologica del nome: Cannetulae (collettivo di Canna) dà origine alla natura fisica di questa valle di canne a lustri, bassa e umida, che però non ha scoraggiato mai i Benedettini di San Ruffino proprietari di ben 3000 biolche canedolesi fino al 1452.
Nel tempo, il grosso latifondo è appartenuto a nobili vari della città, proprietari anche della chiesetta e perciò elettori del parroco, considerato fra l'altro un bracciante come tutti gli altri.
La chiesa parrocchiale è intitolata a San Martino Vescovo. Risale come traccia di presenza al 1300. E' un romanico rimaneggiato nel 1700, una sola navata è rimasta romanica. Ha un altare maggiore di questo secolo (1925) e un altare dedicato alla Madonna, del 1700. La torre campanaria medioevale e una ex torre di guardia, con bella campana del secolo scorso. La cappella dell'oratorio, costruita dai Benedettini nel 1775, si adorna di un affresco sul soffitto dedicato alla Santissima Trinità.