San Biagio vescovo e martire
Il nome Castelbelforte ricorre dal 1858, ma nella parlata degli abitanti è rimasto "I Castei".
Significa Due Castelli, come infatti viene denominata la zona sia in documenti dell'XI secolo sia in carteggi dei secoli successivi fino al 1717, quando le due torri di guardia residue sono state abbattute.
Tali Due Castelli, separati dal torrente Essere, sono stati contesi in lunghe battaglie da Veronesi e Mantovani. Quando nel 1859 la Lombardia ritornò all'Italia, Castelbelforte segnò il confine non di una provincia o di una regione ma del Regno d'Italia. Sull'aia di Corte Mandritto rimane ancora la testimonianza dell'Aquila bicipite.
Oggi, perdute le testimonianze del passato più lontano, il comune, che dista 11 km da Mantova ed è attraversato dall'autostrada del Brennero (8 km dalla stazione di Nogarole Rocca), si identifica con lo stesso nome della parrocchia, ma ne è meno esteso di circa 300 ettari.
Una parrocchia di origini antichissime. Già intorno al Mille esistevano tre comunità cristiane divenute in seguito parrocchia di San Paolo eremita (dalla parte di un Castello) durata in vita fino alla soppressione del 1806 e parrocchia di Santa Maria in San Biagio (dalla parte dell'altro Castello) riedificata nel 1460 e durata in vita fino 1856.
La parrocchiale di S. Paolo è stata trasformata in un'abitazione privata dalle singolari finestre gotiche, che tuttora spicca in centro al paese. La parrocchiale in San Biagio è stata demolita e ricostruita sul progetto di Carlo Brilli nel 1862, completata di campanile sei anni dopo, corredata di canonica ed oratorio 30 anni dopo.
Oggi il tempio presenta una facciata neoclassica con statue in nicchia e grande vetrata a colori con immagine di S. Biagio. È a navata unica con splendidi altari laterali in marmi pregiati. L'altare maggiore, trasportato dalla vecchia chiesa, risale al 18º secolo.
Il tempio custodisce un piccolo quadro di "Madonna della mela" del 17º secolo, un'Assunta del 500, grandi quadri settecenteschi con San Biagio e ben nove tele del pittore Resi, realizzate nella prima metà del nostro secolo. Lo stesso artista ha dipinto abside e cupola assieme al pittore Miolato. Nel 1939 Alessandro Dal Prato ha affrescato il battistero.