Natività della B.V. Maria
Già nella conferma papale dei diritti della Chiesa di Mantova del 1151 viene menzionata una frazione detta "Ceresia", situata appena fuori dalla cintura urbana.
Dal punto di vista etimologico, tale appellativo va forse ricollegato al nome dell'indovino Tiresia, personaggio appartenente alla mitologia greca, oppure, secondo il Tassoni ed il Nardi, potrebbe derivare dal latino Cerasus, che significa "ciliegio".
La prima attribuzione di "Cerese", quale esatta denominazione per questa località , si ha nel periodo durante il quale Alberto Pitentino, al fine di migliorare l'efficacia del sistema difensivo della città ed il funzionamento di quello idrico interno, fece sommergere le zone abitate ed i terreni coltivati nella parte bassa verso il Te e, appunto, verso Cerese che, assieme a Pietole, Bellaguarda e Parenza, formava all'epoca il comune "Quattroville".
Conferma indiretta di tali riferimenti temporali provengono dalla conoscenza del fatto che gli abitanti di quelle frazioni, nel periodo a cavallo tra il XV ed il XVI secolo, inviarono "suppliche" al Signore di Mantova per poter usufruire dei pascoli sul Te, medesimo comune capoluogo. E in quella stessa epoca due erano le parrocchie esistenti: Cerese e Pietole.
Nel 1883, un decreto regio attribuò la denominazione di "Comune di Virgilio" a questa porzione di territorio mantovano che diede i natali al grande poeta latino, in una frazione allora denominata Andes, identificabile con la odierna Pietole. Oggi il comune è diviso in tre parrocchie: Cappelletta, la stessa Pietole, ed ovviamente quella di Cerese, facente capo alla frazione più popolosa che è anche sede municipale, ed è tra l'altro attraversata da due importanti vie di comunicazione, quali la statale della Cisa e la statale Romana, che vi fa capo.
La parrocchia possiede un registro degli atti che parte dal 1555.
L'intera comunità parrocchiale trova riferimento in due chiese parrocchiali una delle quali di recentissima costruzione.
Quella più antica, posta in fregio alla Cisa, è dedicata alla "Natività della Madonna". Nella sua forma attuale fu costruita nel 1825 su progetto di Angelo Campi, allievo del Vergani e il figlio del più famoso Felice, pittore alle corti francesi ed asburgiche, in sostituzione di un'altra, precedentemente edificata nello stesso luogo addirittura in periodo matildico.
L'antichità del complesso originario fu confermata anche dal ritrovamento, durante lavori di restauro svolti negli anni '30, di tracce di un affresco databile tra l'XI ed il XII secolo e di cui, purtroppo, restano oggi solo pochissime tracce.
Molte altre notizie sulla parrocchia andarono disperse in quanto un prezioso volume di "Cronache parrocchiali" redatto da don Vincenzo Rinoldi, parroco a Cerese nella prima metà del secolo scorso, fu sequestrato ed in parte distrutto dai soldati austriaci, nel corso delle stesse vicende che videro poi anche l'arresto del allora vicario don Giovanni Grioli, in seguito giustiziato e ora ricordato tra i martiri di Belfiore.
Una citazione merita il prezioso orologio esterno che già conta sicuramente più di due secoli di età e che fu restaurato nel 1948 grazie ad una sottoscrizione pubblica.
Il forte incremento demografico ha portato, nel 1979, all'avvio, in piena convergenza di intenti anche con l'autorità pubblica, della necessaria costruzione di una nuova chiesa intitolata a "Cristo Redentore dell'uomo", in ricordo della prima enciclica di Giovanni Paolo II. Costruita in uno spazio centrale ove sorgono tra l'altro varie strutture pubbliche, la nuova chiesa, progettato dall'ingegner Antonelli.