Il sommo ed eterno sacerdote Gesù Cristo, volendo continuare la sua testimonianza e il suo ministero anche attraverso i laici, li vivifica col suo Spirito e incessantemente li spinge ad ogni opera buona e perfetta.
A coloro infatti che intimamente congiunge alla sua vita e alla sua missione, concede anche di aver parte al suo ufficio sacerdotale per esercitare un culto spirituale, in vista della glorificazione di Dio e della salvezza degli uomini. Perciò i laici, essendo dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo mirabile chiamati e istruiti per produrre frutti dello Spirito sempre più abbondanti. Tutte infatti le loro attività, preghiere e iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e anche le molestie della vita, se sono sopportate con pazienza, diventano offerte spirituali gradite a Dio attraverso Gesù Cristo (cfr. 1 Pt 2,5); nella celebrazione dell'eucaristia sono in tutta pietà presentate al Padre insieme all'oblazione del Corpo del Signore. Così anche i laici, in quanto adoratori dovunque santamente operanti, consacrano a Dio il mondo stesso.
(Lumen Gentium, 34)
Rispetto al ministero della liturgia e della preghiera, ribadiamo che il soggetto dell’azione liturgica è la comunità. Questo comporta che la dimensione della preghiera e della liturgia siano sempre di più momenti in cui la comunità si manifesta ed occasioni di crescita spirituale. Si ribadisce la necessità dei gruppi liturgici e di animazione della preghiera nella comunità.
Le parrocchie con l’aiuto della Diocesi sperimentino e trovino strade per valorizzare la presenza dei laici nell’assumere la responsabilità di alcune iniziative come la guida della Liturgia della Parola.
(Sinodo diocesano, Proposizione 14)