Mantova 12.2.1937 - São Luis 10.1.1997
Fidei Donum - Diocesi di Mantova
1937, 12 febbraio: Claudio Bergamaschi nasce a Mantova da una famiglia molto povera di operai.
1966, 18 giugno: don Claudio giunge all’ordinazione sacerdotale al termine degli studi di teologia del seminario diocesano nel quale era entrato come vocazione adulta, dopo gli studi magistrali.
1966-68: esercita i primi anni di ministero in città come curato di S. Apollonia.
1968-69: viene nominato assistente della GIACC (Azione Cattolica) e delle guide AGI e lavora con entusiasmo negli orizzonti del dopo-Concilio.
1969: a Verona, in preparazione alla partenza per il Brasile, frequenta il corso CEIAL.
1970, 17 febbraio: don Claudio parte da Genova in nave per il Brasile.
1970, 17 marzo: arrivo in diocesi di Viana, nel Nord Est del Brasile, nella “baixada” del Maranhão dove raggiunge don Dante Lasagna da cinque anni impegnato in quelle terre.
1970: nel corso di questo primo anno si inserisce nel servizio pastorale di Sao Vicente Ferrer, Capajò e Sao Joao Batista e nel 1971 sostituisce definitivamente don Dante che rientra in Italia.
1971 – 1972: in questo periodo condivide la missione con il confratello don Arnaldo Caleffi della diocesi di Mantova.
1975, gennaio: con la morte di dom Helio Campos, vescovo di Viana, la comunione del lavoro pastorale subisce un indebolimento in tutta la diocesi e con la nomina del successore, dom Adalberto da Silva, cominciano anche le repressioni della dittatura. In aiuto a don Claudio ed alle suore si aggiunge le presenze di pe. Carlo Ubbiali, ma in quello stesso periodo avviene l’espulsione di don Mario Aldighieri dalla diocesi.
1976-78: il vescovo da Silva continua a provocare l’uscita dalla diocesi di sacerdoti e religiosi non favorevoli alla dittatura. Don Claudio, per un lungo periodo, resiste alla tentazione di lasciare la sua gente ma, nel tempo, si aggravano tanto la crisi con il vescovo da Silva quanto la repressione dei militari. In seguito ad alcuni interventi di vandalismo nella casa parrocchiale e ad alcune denunce, dopo alcuni periodi di alterna presenza anche don Claudio si trova costretto ad abbandonare il campo divenuto troppo pericoloso. Nell’estate del 1977 riceve la visita di mons. Giosuè Rosa, sua guida e suo confidente, entra in contatto con nuove realtà e nuove esperienze fino ad accettare l’invito di lavorare in un nuovo territorio, nella parrocchia di Sao Mateus appartenete alla nascente diocesi di Coroatà.
1978: Dopo un periodo di visite e di brevi presenze, assume definitivamente la nuova parrocchia, São Mateus che si trova nel medio-Mearim, a 180 Km dalla capitale. Vi si trasferisce con le suore ed insieme lavorano su due priorità: terminare di fondare le Comunità Ecclesiali di Base ed appoggiare le Comunità Contadine minacciate da un latifondo disordinato ed aggressivo. In questo periodo sorge la Commissione Pastorale della Terra (CPT) e don Claudio vi entra a far parte fin dall’inizio.
1982-86: nel contesto di quegli anni di lotta contadina, don Claudio viene chiamato al coordinamento della CPT regionale del Maranhão che non vorrebbe accettare ma è proprio a causa di questo incarico impegnativo che ottiene la presenza di un nuovo compagno, don Maurizio Maraglio che, al suo fianco, si specializza nella formazione biblica e sociale non solo in parrocchia, ma in tutto il Maranhão.
1986: ormai alla fine della dittatura, nel passaggio della ri-democratizazione, forze oscure erano impegnate a pilotare l’opinione pubblica e serviva anche togliere autorevolezza a quella parte di Chiesa che si era mantenuta critica e distante dal potere negli anni del totalitarismo. In quel contesto le voci di don Claudio, di don Maurizio e di molti altri si alzavano in difesa dei poveri e don Maurizio, da poco rientrato dal suo primo viaggio in visita alla famiglia, venne fatto oggetto di un tranello nel quale non solo gli fu tolta la vita, me ne venne anche infangata l’immagine.
1986, 28 ottobre: L’assassino di don Maurizio segnò di indicibile dolore la vita di don Claudio.
1986-91: Continua l’accompagnamento ai contadini nel processo di coscientizzazione della loro dignità e dei loro diritti nella lotta contro il latifondo. Le prime conquiste creano un clima di speranza e di fiducia e molto concorrono al processo dell’impegno sociale della gente. Sono questi gli anni in cui don Claudio è accompagnato dalla presenza di don Flavio prima e don Gastone poi.
1992-96: di fronte all’arrivo di una certa onda di modernità, don Claudio percepisce da lontano il rischio dell’indebolimento delle Comunità Ecclesiali di Base e già si orienta alla ricerca di nuovi percorsi di studio e di azione per il loro rinnovamento e la loro adattabilità a nuovi contesti sociali e urbani che permettano non solo la loro sopravvivenza, ma il loro sviluppo: a tutto questo viene dato il nome di Sante Missioni Popolari. Di buon grado, nell’ambito di questi intenti, accetta di lavorare al Coordinamento di un evento importante: il “IX Interecclesial” delle Comunità Ecclesiali di Base (Congresso Nazionale delle CEB’s) che si prepara a ricevere in São Luis nel luglio 1997.
1997, 10 gennaio: di ritorno dalla settimana del ritiro con il suo gruppo di spiritualità, Jesus Charitas, un incidente di autobus causato dalle prime piogge, all’uscita di São Luis, provoca la sua morte sul colpo interrompendo il suo percorso missionario e profetico qui in mezzi a noi.