Castel Goffredo, 10.08.1953 – Porto Alegre -Brasile, 01.08.2012
Missionario Scalabriniano
Ennio nacque a Castel Goffredo da papà Carlo e mamma Dina. I suoi genitori notarono fin da subito in lui il desiderio di consacrarsi al Signore e lo incoraggiarono al cammino di discernimento vocazionale. Ennio entrò nel Seminario Scalabriniano di Rezzato nell’ottobre del 1965. Liceale a Como, novizio a Crespano del Grappa, si consacrò al Signore definitivamente nel 1978 a Roma dove frequentava gli studi teologici. Fu ordinato sacerdote nella chiesa di Castel Goffredo nel 1980. Continuò gli studi e conseguì il diploma presso l’istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana. Il suo lavoro apostolico era principalmente orientato alla formazione spirituale: dal 1982 al 1984 fu animatore nel seminario di Bassano del Grappa, poi, fino al 1990, maestro dei novizi, a Loreto prima e a Piacenza poi.
Nel 1994 partì per Bogotà in qualità di padre spirituale degli studenti scalabriniani. Rimase in Colombia fino al 1997; poi tornò a Roma, come animatore dei giovani e come rettore dell’Istituto Teologico Internazionale Scalabriniano. Nel 2006 partì per Basilea dove svolse il servizio di vicario regionale. Dal 2008 svolse il ruolo di addetto di segreteria della Commissione per le Migrazioni della Conferenza Episcopale spagnola a Madrid. Dal 2011, pur essendo residente a Basilea come superiore regionale, era in continuo viaggio per le visite ai confratelli missionari in Africa e in Europa. Grazie al suo spirito e apostolico e alla sua capacità di ascolto, fu conosciuto e amato in molte parti del mondo ma lasciò un segno importante anche a Castel Goffredo, dove periodicamente ritornava.
Durante il suo lavoro educativo padre Ennio trovò sempre il modo di esercitare il suo ministero pastorale in favore dei migranti, sia a Roma, per gli immigrati latino-americani, sia a Bogotà, in Spagna e a Basilea.
Poco prima di partire per il Brasile, dove il 1 agosto 2012 morì improvvisamente, partecipando all’incontro annuale dei seminaristi a Cape Town in Sudafrica, aveva rivolto loro queste parole:
Fate fruttare “i talenti” accumulati mediante le esperienze di convivenza interculturale di cui avete beneficiato, la preparazione teologica post Vaticano II, la conoscenza della figura di Scalabrini, gli sviluppi dell’ecclesiologia attuale, la conoscenza delle lingue, l’esperienza diretta con migranti di nazionalità distinte.
Accettate la buona battaglia di mantenere autentica la consacrazione religiosa e sacerdotale, insieme alla preparazione e competenza nel lavoro con i migranti.
Abbiate della CS una visione globale, insieme alla preoccupazione per l’ambito particolare in cui lavorate.
Vi stia a cuore il dialogo con i migranti, insieme al dialogo con le persone della Chiesa locale.
Siate attenti alla vostra gioia (soddisfazione) nel vivere un ruolo pastorale, insieme alla gioia della vostra comunità religiosa: il buon nome degli scalabriniani in una zona pastorale è conseguenza del buon operare delle nostre persone.
Siate aperti e disponibili alle necessità missionarie che la CS intravede.
Coltivate la mentalità del servizio (non sono venuto per essere servito) e preparatevi ad assumere responsabilità di animazione, coordinazione, governo.
Vivete con passione l’attimo presente, senza che mai vi sfugga il percorso completo della vita: siamo venuti da Dio e a Dio torneremo.