Goito, 20.7.1954 – Mantova, 23.6.1997
Diocesi di Mantova - Missionario fidei donum in Etiopia
Nasce a Goito il 20 luglio del 1954. L’8 agosto riceve il santo Battesimo.
Dal 1960 al ‘65 frequenta la scuola Elementare del suo paese; è uno dei chierichetti della parrocchia. Dal 1965 al ‘68 frequenta la scuola Media, partecipa alle esperienze di gruppo del suo Oratorio. È abbonato al “Piccolo Missionario”. Dal 1968 al ‘73 frequenta il Liceo Classico “Virgilio” a Mantova; è animatore dell’Oratorio. Segue l’attività di una laica goitese in missione; è abbonato alla rivista “Popoli e Missione”.
Nel 1973 entra nel seminario di Mantova per frequentare la Teologia. Mons. Carlo Ferrari lo consacra sacerdote il 19 maggio 1979 nella basilica di S. Andrea.
Dal 1979 all’81 svolge il suo primo ministero, come vicario parrocchiale, a Frassino. Dal 1981 all’86 ritorna in seminario per svolgere il servizio di vice-rettore della comunità delle medie inferiori. Quindi, fino al 1991, è vicario parrocchiale a Volta Mantovana, quando, su invito del Vescovo mons. Egidio Caporello, lascia l’Italia per un anno a Londra: studia la lingua inglese come preparazione alla missione.
Nei posti dove ha svolto il suo servizio, Frassino, Seminario e Volta Mantovana, oltre che nel suo paese, Goito, ha saputo creare rapporti spirituali profondi con molte persone: era un cesellatore di anime e un grande amico.
Il 14 settembre del 1992 inizia il suo servizio pastorale a Gighessa (Etiopia) che svolge fino al dicembre del 1996, quando ritorna in patria per una grave malattia.
Il 23 giugno del 1997, alle ore 7, muore nell’ospedale di Mantova invocando il Signore Gesù e ringraziando tutti.
Preghiera dei fedeli di Gighessa per il dono di don Daniele
Ti ringraziamo, o Padre, per averci voluto donare don Daniele.
Nella tua infinita sapienza e bontà hai predisposto che don Daniele potesse trascorrere gli ultimi anni della sua vita tra noi.
In lui, ancora una volta, la tua Parola, il tuo Vangelo si è fatto carne ed ha abitato tra noi.
Lui ha cercato di mettere in pratica e di mostrarci ogni pagina del Vangelo.
Come Gesù, don Daniele si è fatto uno di noi. Come Maria ha accolto nella sua vita il tuo Figlio.
Come Giovanni Battista ha annunciato con chiarezza e forza il Vangelo invitando tutti alla conversione.
La sua gioia era che Cristo crescesse, mentre lui pian piano si metteva in disparte.
Sulle strade di Gerico ha raccolto il debole, la donna carica di legna, l'anziano, il bambino, l'ammalato. Li ha consolati; la sua presenza, il suo sorriso, la sua parola erano una consolazione.
Come Gesù, tuo Figlio, è entrato nelle capanne dei poveri, dei Nicodemo, di coloro che avevano paura, dei peccatori... Si è seduto a tavola con loro, ha detto parole nuove, parole di vita che avevano la loro sorgente in te, o Padre.
È stato sul monte Tabor, è stato di notte da solo sul monte in preghiera come piaceva fare a tuo Figlio. Solo tu, o Padre, sai cosa vi siete detti.
Noi abbiamo visto i frutti di questo vostro incontro.
Anche se gli piaceva stare su quel monte con te, scendeva sempre in mezzo ai drammatici problemi quotidiani della fame, della malattia, della morte, dell'ingiustizia, del peccato.
Anche tra di noi ti incontrava e ci aiutava ad incontrarti. Sapeva stare con te, o Padre, ma sapeva stare anche con gli uomini.
Sapeva ascoltare te ed ascoltare noi.
Pur essendo preparato ed intelligente, ha sempre cercato l’ultimo posto. Non si sedeva nei posti d'onore, ma in terra in mezzo a noi. Non cercava gli applausi ma solo la verità e la giustizia.
Pur essendo molto paziente, non poteva tacere e non reagire quando vedeva un debole sfruttato o una persona sofferente lasciata sola.
Come tuo Figlio, anche don Daniele ha reagito con forza contro i farisei di oggi, e i mercanti del tempio, tutti coloro cioè che confondono Dio col denaro, o non si interessano degli altri, o li sfruttano.
Ha amato molto te, o Padre, ma ha amato con la stessa intensità anche ciascuno di noi.
Si è lasciato consumare per noi. Ha messo in pratica le parole che diceva ogni giorno nella S. Messa: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi».
Potremmo far passare ogni pagina del Vangelo e parlare di don Daniele.
Ha digiunato per chi era in difficoltà. Ha mostrato a noi pastori come è veramente un buon pastore.
Ha fondato la sua vita sulla roccia. È stato sale e luce. Era una persona con molti talenti e li ha messi tutti al servizio del tuo Regno, o Padre. Ha lasciato tutto perché aveva trovato la perla.
È stato padre di tutti, specialmente dei più dimenticati.
È andato fino «agli estremi confini della terra», anche nei posti più impervi per cercarci ed annunciarci il tuo Vangelo.
Ha atteso vigilante lo Sposo e, quando è venuto, lo ha accolto con la lampada accesa e piena d'olio.
Ha messo mano all'aratro ed è arrivato fino al termine del solco senza voltarsi indietro.
Ora è con te, ma tu, o Padre, non ce l'hai portato via. Lui ci conosce per nome ed anche se andassimo sui monti o nella foresta, o tentassimo di nasconderci, lui sarà sempre con noi per richiamarci e riportarci sulla tua strada.
Don Daniele ci aveva scritto: «Io troverò completo riposo solo quando voi sarete fedeli alla chiamata del Signore». Per questo pensiamo che don Daniele abbia ancora molto lavoro da fare anche in cielo... e tu, o Padre, lascialo lavorare.
Siamo certi che oggi anche don Daniele ti ringrazia, o Padre, perché gli hai donato 4 anni indimenticabili. Qui si sentiva a casa sua, come se fosse vissuto sempre qui.
Ha calpestato, ha gustato, ha bagnato col suo sudore, ha contemplato, ha amato questa terra e noi suoi figli.
Ora, o Padre, ti preghiamo: donaci un po' dello Spirito di don Daniele perché anche noi riusciamo ad incarnare il Vangelo tra la nostra gente ed il seme che ha seminato don Daniele possa portare molto frutto e l'Etiopia possa tendere le mani a Te.
Te lo chiediamo per Gesù Cristo tuo Figlio e nostro Signore.