Sacchetta di Sustinente, 10.12.1946 – Tulunan (Filippine), 11.4.1985
Missionario del PIME
Il 10 dicembre del 1946 a Sacchetta di Sustinente (MN) nasce Tullio, secondogenito di una famiglia di braccianti. Dopo la quinta elementare entra nel Seminario Diocesano dove trascorre gli anni dell’adolescenza frequentando il ginnasio ed il liceo, con l’entusiasmo e la spensieratezza che contraddistinguono le persone trasparenti e miti quando sono attratte da grandi ideali.
Il tratto peculiare che caratterizzava in quell’epoca le sue relazioni era quello dell’attenzione, della premura e dell’interesse per chiunque incontrasse.
Arrivato in Teologia, quando fu il momento di trasformare in decisione definitiva tutta l’orientazione delle sue buone qualità, alla vigilia del suddiaconato, in modo imprevisto ed inspiegabile per chi lo conosceva, decise di non proseguire per l’ordinazione sacerdotale. Il passo definitivo gli apparve di una grandezza senza proporzioni: perché fosse una scelta bisognava fare di tutto per tentare di sistemarsi su un’altra strada.
Trascorse ancora gli anni ’70 in atteggiamento di ricerca, affrontando una vita fatta di quotidianità ed essenzialità, vicino agli uomini della vita comune: militare e poi lavoratore, conseguì il diploma di geometra. Ma alla fine fu inevitabile arrendersi e la scelta si presentò radicale: prete missionario.
Venne accolto nel Seminario Teologico del PIME dove, ormai trentenne, si rese disponibile a ripetere tutti gli studi teologici già quasi completati nel seminario di Mantova.
Il 6 giugno 1981 venne ordinato sacerdote per il PIME, all’età di 35 anni. I progetti per la destinazione presero la direzione delle Filippine, dove arrivò il giorno 11 novembre del 1983. Così si espresse rispondendo ad un confratello che lo interpellava sulle sue aspettative: “Desidero vivere a fianco della gente e dare priorità alla persona umana che va accolta come tale, va rispettata e amata, perché mi rivela il volto di Cristo”.
Nell’estate del 1984, dopo essersi stabilito a Tulunan nell’isola di Mindanao, scrive: «Sono arrivato in questa "terra promessa" nel novembre scorso e sono aperto ad un futuro che si costruisce secondo un piano preciso e con l’apporto di tutti coloro che si lasciano guidare dallo Spirito. Sarò anch’io uno dei tanti che cercano di capire questo disegno attraverso le vicende quotidiane e darò il mio contributo perché il piano del Regno di Dio diventi reale e visibile».
La mattina dell’11 aprile 1985 nella casa parrocchiale di Tulunan, nella diocesi di Kidapawan, qualcuno si presentò a chiamare il padre per prestare assistenza spirituale ad un morente nel villaggio di “La Esperanza”. Padre Tullio andò immediatamente con la sua motocicletta ed entrò nella casa dove c’era un uomo ferito. Si udirono spari all’intorno e, uscito dalla casa, padre Tullio trovò l’incrocio presidiato da una banda di uomini armati, uno dei quali al grido ingiurioso del capo lo freddò con una raffica di colpi. Più tardi si seppe che tra i vari gruppi di rivoltosi e di indipendentisti, i killer di padre Tullio avevano preparato un piano per colpire la comunità cristiana. L’imboscata in realtà era destinata a padre Peter Geremia, parroco di Tulunan, da tempo nel mirino dei sicari, come scrisse padre Peter stesso in una lettera indirizzata ai familiari di padre Tullio.
A seguito del martirio di padre Tullio, umile, semplice, gioioso servitore del piano di Dio, si diffusero a macchia d’olio le manifestazioni pacifiche di cristiani, di poveri e di popolo che contribuirono in maniera determinante al processo di destituzione del dittatore Marcos e alla svolta democratica che insediò Cory Aquino.
Per conoscere di più su padre Favali:
Peter Geremia, Missionari per il regno di Dio - 2013
Assunta Tagliaferri, Testimoni dell’amore profeti del futuro, 67 missionari italiani uccisi in Asia nel ‘900 – CUM, 2001
P. Geremia, Sogni e sangue nelle Filippine – EMI, 1988
Chiesa perseguitata, la diocesi di Kidapawan nelle Filippine - a cura di Peter Geremia - PIME, 1986