Nato a Mantova nel 1948
Diocesi di Mantova - Missionario fidei donum in servizio pastorale nell’arcidiocesi di Sao Luis - Brasile
Consulente della Commissione Nazionale per la Pastorale della terra (C.P.T.)
In Ognissanti sono cresciuto. A Sant'Orsola, con don Angelo Mutti da piccolo e con don Rosa da grande. Con gli scout del Mantova 7. Sono legato a Sant'Erasmo in Castel Goffredo.
Quando torno mi accoglie don Luigi Caramaschi, parrocchia di Sant'Antonio, o don Renato in Sant'Andrea. Prima del terremoto della sua vita, era don Walter che mi accoglieva in San Leonardo; infatti, il mio papà, Mario, morì nel 1994 e da quel momento non ho più avuto parenti prossimi, a non essere zii e cugini veneti e australiani.
La vocazione al presbiterato matura tardi, ma era un sogno della preadolescenza, rinviato, per saggio consiglio della mia santa mamma, ad un'età più tarda e responsabile. Ero un giovane degli anni 60 sedotto dall'accelerazione della modernità, non quella consumista, ma quella politica (il '68) e poi quella controculturale (l'India). Desiderio di cambiare il mondo. Mi laureo in Lettere moderne, indirizzo storico, nel 1973.
Pagato il prezzo esistenziale delle mie esagerazioni, ritorno, non senza difficoltà, alla famiglia e alla Chiesa dopo più di dieci anni di distanza e, nel '75, chiedo di entrare in Seminario, accompagnato da mons. Rosa e accolto da mons. Volta. Devo molta riconoscenza a mons. Pompeo Piva, a don Antonio Bonora, a don Maurizio Falchetti, a don Carlo “Cacio” Scaglioni... Accompagno come apprendista don Mario Chittolina, profeta dei prigionieri e degli zingari. Durante gli studi teologici ottengo, via corsi abilitanti, la facoltà di insegnare Storia e Scienze Umane e insegno Storia nel Liceo Classico Battista Spagnoli.
Ordinato dal vescovo Ferrari nell'81, lascio l'insegnamento per dedicarmi interamente alla pastorale parrocchiale. Da accolito, l'esperienza bella e irrepetibile del Frassino, con don Murandi e don Daniele Corridori; da diacono, Bagnolo San Vito, con un gruppo di giovani serio e impegnato, accolto da don Conia e dalla zia Luigina; da prete, sei anni a Castel Goffredo, l'altra faccia, ancora tradizionale e tradizionalista, della complicata, ingiusta e radicale modernità del Frassino. Grandi figure a Castel Goffredo: don Adriano Zanca, don Romano Bettoni, mons. Ghirardi, gli scout del Castel Goffredo 1... Assistente Spirituale Diocesano della Branca Scout R/S, 1984-1986. Poi, legato alle memorie latinoamericane del '68, l'amicizia con don Claudio Bergamaschi e don Maurizio Maraglio fidei donum in Brasile.
Il 28 ottobre del 1986 Maurizio muore in circostanze opportunamente confuse e manipolate dai poteri politici. Il suo martirio mi interpella e nel gennaio dell'87 mi offro come candidato a prendere il posto di Maurizio, a São Mateus do Maranhão. In aprile il vescovo mons. Caporello mi comunica la decisione di inviarmi in Brasile. Vinco, senza ansia e pressioni, la lotteria a cui partecipavano sette preti, tra di essi don Gastone, che arriverà a São Mateus nel 1990. É dal 21 gennaio dell'88 che sono in Brasile. I primi tempi con Claudio, fino al 1997, anno della sua morte. Poi insieme a Gastone, dal 1990 al 2005. Infine con don Luigi Caramaschi dal 2003 al 2014.
Vicario Cooperatore São Mateus 1988-1991
Parroco di Pirapemas 1988-1990
Quasi-parroco de Alto Alegre 1990-1994
Parroco de Miranda do Norte 1994-2000
Coordinatore della Commissione Pastorale della Terra Diocesana di Coroatá 1994-2000
Coordinatore della Commissione Pastorale della Terra del Maranhão 1992-1995; 2001-2004; 2004-2007.
Coordinatore della Commissione Pastorale della Terra Nazionale 2003-2006, 2009-2012; 2012-2015.
Segretario Esecutivo della Conferenza Episcopale del Brasile-Regionale del Maranhão 2007-2010.
Professor no Istituto Teologico do Maranhão (CETEMA-IESMA), cattedre di Antropologia Filosofica, Etica e Tendenze recenti della riflessione filosofica 1995-2001.
Brasile. Capitalismo coloniale. Politica in permanente stato di eccezione. Violenza pubblica e privata contro i poveri, i neri... violenza storica contro i popoli indigeni, le comunità contadine tradizionali... latifondo... miniere senza controllo... distruzione della Savana (Cerrado), i grandi fiumi e l´acqua dolce feriti a morte... e aggressioni mortali alla foresta amazzonica... pandemia gestita con espliciti obiettivi genocidi... Società di pochi privilegiati, ingiusta, razzista, senza cuore... La sfida di vivere il Vangelo in una società in cui la spada e la Croce, il re e Gesù di Nazareth arrivarono, alleati nella conquista, 500 anni fa, con violenza e distruzione.
Da vecchio, confinato dalla pandemia, ciò che conta, oltre alla routine domestica (che, nonostante la riduzione, evidenzia, con l'appello all'agape, anche i nostri limiti e ci chiama a conversione) è continuare a cercare verità e giustizia, guidati “dalla spada dello Spirito, che è la Parola di Dio”. (Ef 6,17)
Con una passione inalterata verso i poveri, la terra, l´agricoltura ecologica, i contadini, gli indios, i quilombolas, i territori liberi dall´oppressione coloniale.
Con un sogno macroecumenico in difesa della Vita.