Missionario Comboniano
Corticelle Pieve (Brescia) 4.5.1942 – Castiglione delle Stiviere (MN) 8.2.2018
Padre Alberto Modonesi, nato nel bresciano, ha vissuto a Castiglione delle Stiviere, dove risiedono ancora i familiari. È entrato nel Seminario minore dei Missionari Comboniani in prima media a Como; dopo il noviziato a Gozzano (Novara) e la Teologia a Brescia, è stato ordinato sacerdote comboniano il 1 luglio 1967 a Corticelle Pieve.
Per il suo primo servizio si è recato in Sudan, nella zona del Darfur, tra le tribù degli Schilluk e dei Nuer, per la cura pastorale delle piccole comunità di rifugiati del Sud Sudan che fuggivano dalla guerra. È rimasto in Sudan fino al 2010. Durante questi anni si è recato per qualche tempo in Egitto per studiare al Centro universitario di Nairobi e per dirigere il Centro di Studi Arabi ed islamici al Cairo dove, oltre alla cura pastorale dei cristiani copti cattolici della piccola parrocchia di Helwan, padre Alberto si è dedicato al dialogo con il mondo musulmano e all’impegno ecumenico. “Il cristiano egiziano deve saper uscire dal sentimento del vittimismo e della paura della persecuzione che paralizza ogni suo movimento”, sosteneva padre Alberto, “e deve essere aiutato a lanciarsi verso la scoperta di un cCristianesimo senza frontiere che testimoni la gioia di conoscere e di amare Cristo e di farlo conoscere ed amare”.
Nel 2011 padre Alberto Modonesi è stato insignito dal vescovo di Brescia, monsignor Luciano Munari, con il Premio Cuore Amico.
Era una persona accogliente e di grande profondità spirituale, che sapeva rapportarsi con tutti con semplicità. Ai funerali, che si sono svolti nel Duomo di Castiglione, hanno partecipato molti sacerdoti e padri comboniani, tra cui il fratello Renato che ha condiviso con Alberto l'esperienza di vita comboniana. Il vescovo Marco Busca, nell’omelia, ha ricordato il coraggio con cui padre Alberto ha affrontato la prova della malattia, trasformandola in occasione di preghiera e di solidarietà.
Nell’ultima sua lettera si legge: «I medici mi hanno detto che l’incontro finale con il Padre dovrebbe essere prima del Natale 2018. Ho una grande voglia di spiccare questo salto nelle sue braccia. Lui ora sorregge il mio incedere un po’ instabile, cerca di mettere le mie mani nelle mani del fratello o della sorella che soffre più di me. A volte non può far altro che prendermi in braccio tergendomi le immancabili lacrime».