Da più di un decennio papa Francesco esorta la comunità ecclesiale e civile a prendere consapevolezza del cambiamento climatico e delle sue cause, e sollecita la responsabilità di tutti nel dare un contributo efficace alla mitigazione. Lo ha fatto soprattutto con l’enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, che rappresenta la magna charta dell’ecologia integrale.
Già da qualche anno la Chiesa italiana si interroga sull’impegno per una transizione energetica giusta e socialmente sostenibile e sull’applicazione nelle sue strategie pastorali dell’ecologia integrale come proposta nella Laudato si’. La stessa transizione ecologica che impegna tutta l’Europa è una sfida rivolta anche alle comunità cristiane. In essa possono incarnarsi anche i principi della Dottrina Sociale della Chiesa.
Nella concretezza delle realtà e dei problemi di oggi si può ritrovare lo stesso spirito delle comunità dei credenti che ci hanno preceduto nei confronti delle sfide dei loro tempi. Ricordiamo cosa hanno rappresentato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo le casse rurali (ora Bcc), le cooperative e le società di mutuo soccorso, spesso animate e promosse dai parroci delle nostre comunità. La CER rappresenta una grande opportunità di partecipazione democratica alla transizione ecologica dal basso e di rafforzamento dei legami comunitari. Anche in questo caso la Chiesa non dà soluzioni ma offre un metodo (riconoscere, interpretare, scegliere) per elaborare insieme le soluzioni. Un metodo che, ad esempio, potrà essere utilizzato nei processi decisionali in merito a nuove iniziative e progetti di sviluppo delle CER.
Anche il nostro vescovo Marco Busca ritiene che le CER possano rappresentare uno strumento di promozione di tale visione ecologica integrale dell’ambiente e dell’attività umana nella forma comunitaria. Essa stessa – sostiene il Vescovo - si inserisce insieme ad altre forme concrete dell’esistenza che sono riconducibili al tempo di grazia del Giubileo e può coinvolgere la comunità civile nell’esprimere un segno di speranza.
La CER è un soggetto giuridico autonomo costituito in una delle forme giuridiche consentite dal decreto legislativo n. 199 del 2021, il cui obiettivo principale deve essere quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai membri della CER e/o alle comunità (insieme di luoghi e di persone) in cui opera la CER, configurando una nuova e intelligente forma di carità per costruire reti aperte e inclusive sui territori, per prevenire e combattere la povertà energetica, per favorire uno sviluppo più sostenibile ed un uso più solidale delle risorse ambientali.
La CER deve produrre energia da fonti rinnovabili con propri impianti o con impianti altrui che risultano comunque nella disponibilità e sotto il controllo della CER. Nella CER si può aderire con la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici (Prosumer= produttore consumatore), sia come semplici consumatori di energia rinnovabile (Consumer=consumatore).
Possono partecipare al governo della CER solo persone fisiche, micro, piccole e medie imprese, enti territoriali (come i Comuni), enti di ricerca e di formazione, enti religiosi, enti del Terzo settore, enti di protezione ambientale, enti pubblici, a condizione che siano situati nei territori dei Comuni in cui si trovino gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili o più precisamente entro il perimetro della cabina primaria.
I Soci fondatori definiscono e formalizzano davanti al Notaio l’Atto Costitutivo, lo Statuto e il Regolamento della CER. Questi documenti definiscono ogni aspetto del funzionamento della Comunità Energetica Rinnovabile.
L’interesse minimo dei membri della CER deve essere quello di poter condividere (anche solo virtualmente) l’energia prodotta dagli impianti della CER. La CER prevede che ci possano essere Soci fondatori e Soci aderenti anche successivamente; tutti hanno la libertà di uscirne.
La CER ha la durata di 20 anni, viene costituita formalmente nella forma di Associazione o Cooperativa o Fondazione, riconosciuta e finanziata dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici).
La CER può diventare uno strumento per rendere concrete le riflessioni della Chiesa sull’ecologia integrale e sulla dottrina sociale della Chiesa riportate in premessa, e passare dalla comprensione dell’ecologia integrale all’azione.
Lo stesso Papa Francesco evidenzia come una CER possa essere strumento di ecologia integrale:
«In alcuni luoghi, si stanno sviluppando cooperative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili che consentono l’autosufficienza locale e persino la vendita della produzione in eccesso. Questo semplice esempio indica che, mentre l’ordine mondiale esistente si mostra impotente ad assumere responsabilità, l’istanza locale può fare la differenza. È lì infatti che possono nascere una maggiore responsabilità, un forte senso comunitario, una speciale capacità di cura e una creatività più generosa, un profondo amore per la propria terra, come pure il pensare a quello che si lascia ai figli e ai nipoti» (LS179).
La CER, nella misura in cui presenta la maggior parte delle caratteristiche evidenziate qui di seguito e pone attenzione alle questioni poste, può configurarsi come concreta testimonianza profetica della carità, strumento per vivere la sussidiarietà orizzontale, per vivere la solidarietà nei confronti delle persone più fragili e povere, strumento per la crescita sostenibile della comunità e la promozione di nuovi stili di vita:
Marco Pirovano